giovedì, Novembre 6, 2025

Meloni chiama Netanyahu: “No all’atomica all’Iran ma torniamo ai negoziati con gli Usa”

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha avuto una conversazione telefonica con Benjamin Netanyahu, primo ministro dello Stato d’Israele. Lo rendono noto fonti di Palazzo Chigi. Nel corso della telefonata, Meloni ha condiviso la necessità di evitare che l’Iran riesca a impadronirsi della bomba atomica, augurandosi nello stesso tempo che gli sforzi portati avanti dagli Stati Uniti per trovare un accordo possano ancora avere successo. La telefonata arriva dopo che in serata Palazzo Chigi aveva pubblicato una nota per chiedere a Israele e all’Iran una de-escalation e il ritorno alla diplomazia ed esprimere “preoccupazione” per i rapporti dell’Aiea sulle violazioni degli obblighi del Trattato di non proliferazione nucleare da parte di Teheran. Giorgia Meloni segue gli sviluppi dell’attacco israeliano all’Iran dalla prima mattinata e dopo pranzo convoca un vertice in videocollegamento cui partecipano i capi dei servizi segreti, i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Guido Crosetto, Matteo Piantedosi e Giancarlo Giorgetti e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. Una nota di Palazzo Chigi rivela: “Nel corso della riunione, durata circa un’ora, si sono registrati con preoccupazione i rapporti dell’Aiea che hanno trovato l’Iran in violazione dei suoi obblighi secondo il Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari”. Il comunicato del governo aggiunge: “In questo quadro è stato riaffermato il pieno sostegno ai negoziati tra Stati Uniti e Iran per un accordo sul programma nucleare iraniano, come testimoniato dalle due tornate negoziali ospitate a Roma, e sottolineato come una soluzione diplomatica debba restare l’obiettivo prioritario”. La presidenza del consiglio dei ministri ribadisce: “Il governo italiano continuerà a lavorare con tutti i partner per promuovere una de-escalation”. Alla vigilia della partenza per il vertice del G7 in Canada, Giorgia Meloni parla al telefono con il presidente Usa, Donald Trump, con la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen, e con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, che a sua volta in mattinata ha avviato una riunione da remoto con il francese Emmanuel Macron e il britannico Keir Starmer. Tema centrale per il governo è anche la sicurezza dei cittadini e dei militari italiani. Tajani rassicura: “Sono circa 450 i connazionali residenti in Iran, sono stati tutti contattati dall’ambasciata e non ci sono preoccupazioni particolari, tranne la situazione generale”. Sempre il ministro degli Esteri italiano ammette: “I colloqui Usa-Iran in Oman di domenica sono stati annullati, ma visto che fino a ieri sera erano stati confermati ero convinto che l’attacco israeliano non sarebbe stato così imminente. Si sapeva che ci sarebbe stato un attacco, ma ritenevo che Israele avrebbe dato un’altra possibilità” ai colloqui. Il titolare della Farnesina rivela: “Noi non siamo stati informati dell’attacco, solo gli Stati Uniti sono stati informati. Ho parlato a lungo con i ministri degli Esteri di Israele, Oman, Iran, Francia. Ne sentirò altri nel corso della giornata. L’obiettivo di tutti noi europei è impedire un’escalation”. Per Tajani telefonata anche con Rafael Grossi, direttore dell’Aiea, che avrebbe escluso conseguenze gravi dal punto di vista delle radiazioni a seguito degli attacchi israeliani. Subito dopo il ministro degli Esteri contatta il collega israeliano Gideon Sa’ar, con cui insiste sulla necessità di lavorare per una de-escalation, per la ripresa del dialogo e per il cessate il fuoco anche nella Striscia di Gaza. Nella sua conversazione con Tajani, Sa’ar gli racconta di avere ricevuto precise informazioni dei servizi segreti sul programma nucleare e su quello missilistico iraniano, in base a cui Teheran avrebbe potuto disporre di otto o dieci bombe atomiche in sei mesi. Il ministro degli Esteri di Gerusalemme avrebbe rivelato l’intenzione di proseguire con gli attacchi contro l’Iran per settimane e di non avere come obiettivo il cambio di regime ma di non poterlo escludere. Nella telefonata con Tajani, l’omologo iraniano Abbas Araghchi definisce un grave crimine internazionale l’attacco israeliano e conferma che l’Iran intende rispondere con durezza. Nello stesso tempo Araghchi si dice pronto a riprendere il dialogo se Israele interromperà gli attacchi. Tajani avrebbe replicato chiedendo con forza di evitare reazioni azzardate, di lavorare seriamente per la de-escalation e di dare la priorità alla diplomazia.

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