Èterminata la cerimonia religiosa dei funerali del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, 59 anni, celebrata dall’ordinario militare per l’Italia monsignor Gianfranco Saba, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dei ministri Matteo Piantedosi, Guido Crosetto e Marina Calderone, del commissario europeo Raffaele Fitto, del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, di sindaci e presidenti della Province del territorio e di altri Comuni fuori provincia. La bara, avvolta dalla bandiera tricolore, è stata accolta da un lungo applauso della folla in attesa fuori dalla Chiesa. Le autorità hanno salutato i parenti la moglie Eugenia Pastore, le figlie quattordicenni Paola e Carla e i genitori anziani del brigadiere, nativo di Cisternino ma residente a Ostuni che ha trovato la morte a Francavilla Fontana dove era effettivo al nucleo radiomobile del Comando Compagnia. Come è noto era prossimo alla pensione. A Ostuni, dove era stata allestita la camera ardente, a salutare gli anziani genitori, la moglie e le due figlie di Legrottaglie, c’è stata Arianna Meloni, sorella della premier e responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, insieme ad altri esponenti del partito, come il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. I rappresentanti di FdI sono a Lecce per partecipare a un evento di partito. Ma il cordoglio è stato espresso anche da tutte le forze politiche: a Ostuni sono passati il vicepresidente del Movimento Cinque Stelle Mario Turco, insieme ad alcuni parlamentari pentastellati eletti sul territorio. Centinaia sono stati i colleghi, amici e parenti che hanno reso omaggio al brigadiere nella chiesa dei Cappuccini. Nel frattempo è stata recuperata e posta sotto sequestro la pistola Beretta calibro 9×21 con matricola cancellata, dalla quale sarebbero partiti i colpi che giovedì hanno ucciso Legrottaglie. L’arma è stata trovata dopo il conflitto a fuoco
nelle campagne di Grottaglie, in cui ha perso la vita uno dei due fuggitivi, Michele Mastropietro. La persona che era con lui, Camillo Gianattasio, 57 anni, incensurato di San Giorgio Jonico, è stata interrogata dal gip Francesco Maccagnano nell’ambito dell’udienza di convalida nel carcere di Taranto e si è avvalso della facoltà di non rispondere. È accusato di detenzione e ricettazione di armi e munizioni, mentre per l’omicidio del carabiniere la competenza resta alla Procura di Brindisi, che coordina le indagini. Il comando provinciale dei carabinieri di Taranto riferisce in una nota che è stata “posta sotto sequestro la pistola impugnata dal malvivente deceduto, una semiautomatica marca Beretta 98/FS calibro 9X21 con matricola abrasa, usata presumibilmente anche nella precedente sparatoria avuta con i carabinieri”. Durante le perquisizioni effettuate presso l’abitazione e il locale commerciale (una ferramenta) riconducibili a Gianattasio, gli investigatori hanno rinvenuto e sequestrato: 4 pistole semiautomatiche, di cui alcune con matricola abrasa, due revolver, un fucile a canne mozze, numerose munizioni di vario calibro (tra cui calibro 9×21, calibro 38 special, calibro 12), silenziatori artigianali, targhe di veicoli, cappucci, passamontagna, guanti, diversi telefoni cellulari, strumenti e materiali per la manutenzione e modifica delle armi. Proseguono intanto le indagini per ricostruire la rete di contatti dell’indagato e accertare l’eventuale coinvolgimento in attività criminali organizzate.
Ostuni, i funerali di Legrottaglie: “Ha speso la sua vita per il bene”. Presente Sergio Mattarella






