mercoledì, Novembre 12, 2025

Lo stabilimento balneare di Ardea in “sospeso” da 6 anni: zero risposte dal Comune

La vicenda dello stabilimento balneare di Ardea rappresenta un esempio emblematico delle lunghe e complesse procedure giudiziarie che spesso caratterizzano le questioni legate alla gestione del patrimonio demaniale e alle concessioni marittime in Italia. Dopo oltre sei anni dall’avvio del procedimento, il caso è tornato nuovamente alla ribalta grazie all’ultima ordinanza del Consiglio di Stato del 4 giugno 2025, che ha sollecitato le amministrazioni coinvolte a chiarire le ragioni del mancato esito della definizione agevolata dei canoni demaniali, prevista dal Decreto Agosto. Il cuore della disputa riguarda la decadenza della concessione demaniale contestata dal Comune di Ardea per il mancato pagamento dei canoni, e la successiva richiesta della società gestore dello stabilimento di riformare la sentenza del TAR Lazio, che inizialmente aveva dato ragione al Comune. La sospensione del giudizio, richiesta dalla società in attesa della definizione agevolata, ha rappresentato un tentativo di risolvere la controversia attraverso un meccanismo di sanatoria dei canoni arretrati, ma ad oggi il procedimento si è arenato nel silenzio delle amministrazioni. Il caso evidenzia le criticità di un sistema che, nonostante strumenti normativi innovativi come la definizione agevolata, può risultare lento e poco trasparente, lasciando in sospeso questioni di grande rilievo economico e amministrativo. La richiesta del Consiglio di Stato di chiarire le ragioni di questa paralisi rappresenta un passo importante per cercare di fare luce su una vicenda che, ormai, si protrae da troppo tempo, a discapito della certezza del diritto e della stabilità delle imprese coinvolte.

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