mercoledì, Novembre 19, 2025

Maturità 2025, oggi la seconda prova: latino al classico, matematica allo scientifico

Oggi toccherà al secondo scritto nazionale che interesserà la materia d’indirizzo. Queste discipline sono già tutte note ai ragazzi, essendo state scelte a fine gennaio: al liceo classico è tornato il latino (lo scorso anno uscì greco); al liceo scientifico è stata invece confermata la matematica. Gli studenti del linguistico se la vedranno con lingua e cultura straniera 1. Negli istituti tecnici si affronterà economia aziendale nell’indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”.”Sono molto contenta che sia stato scelto il nostro brano come traccia per l’esame di Maturità! Non me lo sarei mai aspettato, è buffo e divertente! Io, Anna e Tomasi di Lampedusa.. chi ci può credere? Forse avevano finito Pirandello..”. Scherza Chiara Lalli, che con Anna Meldolesi ha scritto un testo che è stato proposto stamattina ai ragazzi tra le tracce della prima prova scritta all’esame di maturità. Meldolesi, dal canto suo, ha raccontato di aver ricevuto stamattina “un messaggio da Chiara Lalli con emoji che ridevano”. L’articolo parte da uno studio pubblicato sulla rivista Science in cui i ricercatori hanno analizzato post e tweet di 1500 persone per capire quali sono le emozioni, le caratteristiche dei tweet e dei post che vengono rilanciati e le reazioni immediate, istintive, conseguenti a questi messaggi. “Mi auguro che i giovani sappiano usare meglio i social, il 50 medio se la cava male, è facile fare meglio, speriamo siano più bravi, ironici e spiritosi”, dice Chiara Lalli, aggiungendo di essere “molto allenata alla ferocia sui social: lavorando e scrivendo di aborto, maternità surrogata, omogenitorialità sono abituata a vedere reazioni primitive, di pancia, totalmente irrazionali”. Nell’articolo “parlavamo del caso di Justine Sacco che dopo un tweet interpretato come razzista ha perso il lavoro e molte altre cose e su cui Jon Ronson ha scritto un libro bellissimo intitolato So You’ve Been Publicly Shamed. Parlavamo dell’onda di sdegno, di indignazione pubblica e feroce che travolge tutto e tutti e del fatto che siamo quasi abituati a questa oscenità. Della necessità di sentirsi dalla parte dei giusti e dei buoni. Prima della cattiveria, uno dei motori del commentare ferocemente è la emozione emotiva primitiva per cui ci indigniamo. Io penso sempre alla fatica di seguire questa onda emotiva.. perché lo facciamo?” “Probabilmente – ragiona – per metterci al riparo, difendersi dalla paura che tutti possiamo essere responsabili di azioni orribili. Anche se capisco la reazione quando sei direttamente colpito, meno la necessità di manifestare sdegno e disgusto senza darsi tempo o spazio per darsi domande e capire”. Di fronte a molti commenti feroci la saggista suggerisce di “farsi una risata: chi scrive sta parlando di se stesso, non di noi, e se insulta un politico famoso o un personaggio dello spettacolo quasi certamente, incontrandolo, gli farà i complimenti e vorrà farsi un selfie con lui. E’ insomma uno sfogo sterile e gratuito, un borbottare”. La seconda traccia del tema di attualità – tipologia C – riflette sulle piattaforme di social media, soffermandosi sul fatto che vi proliferano contenuti pensati per scatenare il sentimento dell’indignazione e che, proprio a causa di questo, finiscono per saturare la nostra capacità di indignarsi. Il tutto a partire da un testo di Anna Meldolesi e Chiara Lalli – “L’indignazione è il motore del mondo social. Ma serve a qualcosa” – pubblicato su 7-Sette, supplemento settimanale del ‘Corriere della Sera’. A dirlo è il sito Skuola.net

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