sabato, Giugno 21, 2025

Morte sulla Vespucci: pene confermate in Appello

La Corte d’Appello di Roma ha confermato integralmente la sentenza di primo grado emessa nel maggio 2023 dal Tribunale di Civitavecchia sulla morte di Alessandro Nasta, il giovane nocchiere precipitato nel 2012 dall’albero maestro della nave scuola Amerigo Vespucci. Un volo risultato poi fatale per il giovane brindisino, precipitato da un’altezza di oltre 50 metri mentre lavorava sulle vele, privo di qualsiasi dispositivo di protezione individuale. Morì poche ore dopo all’ospedale di Civitavecchia per le gravi lesioni riportate. Condannati per omicidio colposo in concorso, con violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, quattro alti ufficiali della Marina Militare: l’ex comandante della nave Domenico La Faia (un anno e dieci mesi), e gli ammiragli Bruno Branciforte (ex Capo di Stato Maggiore), Giuseppe De Giorgi e Luigi Binelli Mantelli, con pene comprese tra un anno e due mesi e un anno e dieci mesi, tutte con sospensione condizionale. «Abbiamo riscritto un pezzo di storia del nostro Paese e della sicurezza sulle navi militari» ha commentato l’avvocato Massimiliano Gabrielli, legale della famiglia Nasta, insieme ai colleghi Maurizio Gabrielli ed Alessandra Guarini. «Dopo la tragedia, è cambiato tutto: sono state finalmente introdotte linee vita, cinture di sicurezza, e nuovi protocolli per la salita e la discesa a riva sulle Griselle, le scalette in canapa tradizional – ha aggiunto il legale – nessuna tradizione può giustificare la violazione della legge sulla sicurezza sul lavoro e il più alto ufficiale è chiamato a rispondere delle proprie omissioni che costano la vita ai suoi sottoposti. La Corte d’Appello ha ribadito un principio semplice ma fondamentale: risparmiare sulla sicurezza non conviene. Mai. A nessuno. Neanche a chi comanda la nave più bella del mondo». Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.

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