Il governo di Kiev intende aprire linee di produzione di armi in diversi Paesi europei. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “Abbiamo lanciato il programma ‘Build with Ukraine’ e in estate firmeremo i relativi accordi per iniziare a esportare le nostre tecnologie all’estero aprendo linee di produzione in Paesi europei e, forse, in altri. In quei Paesi che ci aiutano, che finanziano la produzione di droni e che stanno iniziando a finanziare la produzione di missili in Ucraina”, si legge in un messaggio pubblicato sul canale Telegram di Zelensky. Il presidente ha affermato che l’Ucraina intende iniziare a produrre vari tipi di droni, missili e, possibilmente, artiglieria in questi Paesi. Secondo l’emittente televisiva ucraina Suspilne, i cui giornalisti erano presenti all’incontro con Zelensky, si tratta di Danimarca, Norvegia, Germania, Gran Bretagna e Lituania. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aveva avvertito in passato che qualsiasi spedizione contenente armi per l’Ucraina sarebbe diventata un obiettivo legittimo per gli attacchi russi. Stati Uniti e Nato sono direttamente coinvolti nel conflitto in Ucraina, sia fornendo armi sia addestrando il loro personale militare nei territori di Regno Unito, Germania, Italia e altri Paesi, ha sottolineato il ministro degli Esteri. Il Cremlino aveva precedentemente affermato che le forniture di armi occidentali a Kiev non avrebbero contribuito ai negoziati e avrebbero avuto soltanto un effetto negativo. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha invitato i governi responsabili e le strutture internazionali specializzate a prestare attenzione alle provocazioni del regime di Kiev, a rispondere in modo appropriato e a prendere pubblicamente le distanze da quel governo e dai suoi curatori occidentali. “Esortiamo tutti i governi responsabili e le strutture internazionali competenti a prestare attenzione a queste provocazioni, a rispondere in modo appropriato a queste manovre e, soprattutto, a prendere pubblicamente le distanze dal regime di Kiev e dai suoi alleati occidentali, che minacciano sconsideratamente la sicurezza dell’intera regione eurasiatica”, si legge nella dichiarazione. Zakharova ha sottolineato che vista la recente comparsa di droni ucraini nei cieli del Kazakistan, il regime di Volodymyr Zelensky rappresenta un pericolo crescente non soltanto per la Russia, ma anche per i Paesi con cui Kiev cerca di avviare un dialogo costruttivo. La diplomatica ha riferito che il 19 e 20 giugno sono stati rilevati voli di droni delle forze armate ucraine sul territorio della regione del Kazakistan occidentale, “apparentemente con l’obiettivo di attaccare la Russia”. Il ministero degli Esteri russo ha condannato queste azioni contro un alleato di Mosca e membro dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto). Il numero dei feriti in un bombardamento delle forze armate ucraine contro la repubblica popolare di Donetsk, è salito a due, secondo il capo della DPR, Denis Pushilin. Il sindaco di Horlovka, Ivan Prikhodko, ha riferito che un civile di quella città, situata vicino a Donetsk, è rimasto ferito a seguito di un bombardamento delle forze armate ucraine. “Nel distretto di Nikitovsky di Horlovka, una donna nata nel 1996 ha riportato ferite lievi a seguito dell’uso di artiglieria a canna liscia da parte del nemico. Nel villaggio di Krasny Partizan, nel distretto municipale di Yasinovataya, un uomo nato nel 1981 ha riportato ferite lievi a causa della detonazione di un ordigno esplosivo”, ha scritto Pushilin sul suo canale Telegram.
Zelensky: “Kiev aprirà linee produzioni armi in paesi europei”
