mercoledì, Novembre 12, 2025

La Giunta comunale sblocca gli allacci alle Salzare ad Ardea

Con una delibera approvata il 10 giugno 2025, la Giunta comunale di Ardea ha dato il via libera all’attivazione delle utenze essenziali – acqua, luce, gas, fognature e telefonia – per le abitazioni nel comprensorio delle Salzare che abbiano presentato domanda di condono edilizio ai sensi delle leggi 47/1985 e 724/1994. Restano escluse, invece, le domande più recenti, quelle riferite alla legge 326/2003, notoriamente più restrittiva, soprattutto in materia di terreni gravati da usi civici. Nella delibera, l’Amministrazione motiva la decisione come un atto “a tutela della salubrità e dell’igiene pubblica”. Un passaggio che si inserisce in un contesto delicato, quello del quartiere delle Salzare, segnato da decenni di urbanizzazione irregolare e mancanza di servizi primari. Per molte famiglie, l’accesso alle utenze rappresenta una svolta concreta nella vita quotidiana. Ma a colpire non è tanto ciò che il provvedimento stabilisce, quanto ciò che non dice. Molte delle domande di condono presentate negli anni Ottanta e Novanta non sono mai state istruite né definite. Restano, di fatto, pendenti da 30 o 40 anni, e su di esse il Comune non ha mai espresso un parere definitivo. In questo limbo amministrativo, le abitazioni non sono considerate regolari, ma non sono neppure dichiarate abusive. E così, paradossalmente, accedono ai servizi pubblici senza un vero riconoscimento giuridico. La delibera apre inevitabilmente il dibattito sulla gestione dell’urbanistica nella zona. Se da un lato garantisce condizioni minime di vivibilità a chi risiede da anni in case spesso costruite fuori dalle regole, dall’altro consolida una situazione di ambiguità giuridica che il Comune non sembra intenzionato ad affrontare a breve. L’esclusione delle domande presentate con la legge 326/2003 appare come un tentativo di mantenere un discrimine formale, ma il problema di fondo resta: l’assenza di un processo amministrativo che dia certezze, in un senso o nell’altro. Secondo fonti interne all’amministrazione, si tratterebbe di una scelta “pragmatica”, necessaria per garantire diritti essenziali in contesti dove lo Stato, per decenni, è rimasto assente. Ma il rischio è che questa delibera diventi una forma di sanatoria indiretta, senza trasparenza e senza un vero confronto politico sul futuro urbanistico della città. Mentre il Comune attiva gli allacci, le pratiche di condono giacciono ancora negli archivi, e interi quartieri restano sospesi tra l’irregolarità formale e la normalità di fat

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