“Questa vicenda ha i connotati di un disastro sistemico, in cui l’epilogo drammatico arriva alla fine di una lunga catena di mancati interventi che riguardano la persona di Francis Kaufmann, a partire dal suo Paese d’origine, dalla sua famiglia e dal suo contesto sociale.”
Lo ha dichiarato il questore di Roma Roberto Massucci, ospite della trasmissione televisiva Chi l’ha visto?, commentando pubblicamente per la prima volta il caso che ha sconvolto l’opinione pubblica nelle ultime settimane: la morte della piccola avvenuta a Villa Pamphili in circostanze ancora oggetto di indagine, mentre si trovava con il padre, Francis Kaufmann. Durante la puntata è stata riportata anche la testimonianza della donna che, nei giorni precedenti al tragico evento, aveva chiamato il numero di emergenza 112 per segnalare un uomo visibilmente confuso che barcollava con una bambina in braccio. Secondo quanto riferito dalla testimone, un agente intervenuto sul posto l’avrebbe liquidata appellandola come una “stalker”, minimizzando dunque la portata della segnalazione. “Non sono qui per difendere gli operatori di polizia – ha chiarito Massucci – anche se non ho alcun dubbio sulla loro buona fede. Tuttavia, è evidente che sono state fatte delle scelte operative che richiedono una riflessione critica interna. È un lavoro che stiamo già svolgendo all’interno della questura, con rigore e senso di responsabilità.” Il questore ha annunciato inoltre che incontrerà personalmente gli agenti che, nei giorni precedenti alla tragedia, avevano effettuato controlli di polizia su Kaufmann mentre questi si trovava nel centro di Roma. “Voglio comprendere – ha spiegato – i processi cognitivi che hanno guidato quelle decisioni operative. Sono convinto che vadano analizzate a fondo, perché solo così possiamo identificare eventuali lacune nei nostri protocolli e, se necessario, mettere a disposizione strumenti più efficaci per affrontare situazioni complesse come questa.” La dichiarazione di Massucci rappresenta un passo significativo verso un’analisi istituzionale dell’accaduto che, al di là delle responsabilità individuali, chiama in causa l’intero sistema: dalle segnalazioni dei cittadini, alla risposta delle forze dell’ordine, passando per l’eventuale ruolo dei servizi sociali, delle autorità sanitarie e della rete familiare. La tragica morte della bambina ha sollevato numerosi interrogativi, non solo sulle condizioni psichiche e comportamentali di Kaufmann, ma anche sulla capacità delle istituzioni di riconoscere e gestire segnali di rischio, soprattutto quando riguardano soggetti vulnerabili o in evidente stato di disagio. Il caso è attualmente oggetto di indagini da parte dell’autorità giudiziaria, mentre la procura ha aperto un fascicolo per fare luce sulle dinamiche e sui possibili errori che potrebbero aver contribuito a impedire un intervento tempestivo. Nel frattempo, la questura di Roma – come ha ribadito il suo vertice – intende portare avanti un processo di autoanalisi interna, con l’obiettivo di prevenire in futuro episodi simili e garantire una risposta più pronta ed efficace da parte degli operatori sul territorio.
Caso Kauffman, il questore di Roma: “Siamo di fronte a un disastro sistemico”






