giovedì, Luglio 24, 2025

L’ombra della criminalità sull’attentato alla palestra di Ostia

Il bersaglio, il quartiere, la modalità e i tempi. Niente appare casuale nel nuovo caso che ha sconvolto Ostia. Un’esplosione nel cuore della notte tra mercoledì e giovedì. E nemmeno il momento dell’attento sembra scelto a caso: all’indomani della pubblicazione delle motivazioni della sentenza con cui i giudici della Corte d’Assise di Roma hanno condannato all’ergastolo Raul Esteban Calderon per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, ‘Diabolik’, ucciso il 7 agosto del 2019 a Roma. Ben 400 pagine in cui all’eliminazione del capo ultrà della Lazio viene attribuita la “finalità di indebolire la fazione criminale alla quale egli apparteneva”. Il nome Di Napoli che campeggia sulla saracinesca divelta della palestra in cui è stata fatta esplodere una potente bomba carta è lo stesso nome comparso nell’indagine “Grande raccordo criminale” in cui si è indagato su Kevin, figlio di Gianni Di Napoli, pugile e ritenuto dagli investigatori coinvolto negli affari di Diabolik. Assolto in appello dall’accusa di occuparsi di recupero crediti per un’organizzazione vicina al clan Triassi, stava rientrando nel mondo della boxe, quando è stato bersaglio di una sparatoria a Casoria dove scontava una condanna in comunità. A Ostia torna il clima dell’agosto 2023, quando una raffica di bombe carta riaccese la paura per le guerre tra i clan Spada e Fasciani. Questa bomba sembrerebbe essere stata piazzata con le stesse modalità di quelle di allora, infilata forse sotto la saracinesca perché esplodesse all’interno del locale. Un ordigno però molto più potente e devastante di quelli di allora.

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