Il campo pozzi, situato tra Ardea e Pomezia, serve circa 150.000 persone. Ma è destinato a diventare una terra di nessuno: non più acqua, ma fumi industriali, mentre la falda – già contaminata e vulnerabile – rischia di essere irrimediabilmente compromessa. Il cambio di rotta è netto: prima Acea ha ottenuto il via libera per impianti di potabilizzazione, costruiti per depurare un’acqua ormai contaminata. Impianti pagati con soldi pubblici e ricaduti direttamente sulle bollette dei cittadini. Ora, a lavori fatti e spese sostenute, l’azienda dichiara il sito superato e propone di abbandonarlo, optando per nuove fonti idriche più lontane e più costose. Anche queste, ovviamente, a carico degli utenti. Nel marzo 2025, la Regione Lazio ha messo il timbro finale su questo cambio di paradigma: in pochi giorni, è stato archiviato un procedimento che durava da anni, coinvolgendo l’ARPA e decine di tecnici impegnati in caratterizzazioni e perimetrazioni della zona. Tutto cancellato in fretta, senza attendere nemmeno il parere della Conferenza dei Sindaci. Una scelta che ha il sapore della fretta sospetta, e che apre interrogativi gravi sul reale interesse alla tutela ambientale e della salute pubblica. La Regione ha agito come se i Comuni non contassero nulla. Come se le richieste di trasparenza, chiarezza e partecipazione potessero essere archiviate assieme ai documenti tecnici. In questo scenario, la concertazione istituzionale sembra essere stata del tutto ignorata, e il rischio è che l’intera operazione venga percepita come una forzatura calata dall’alto, con il peso di gravi ricadute ambientali e sociali. A denunciare il paradosso è l’associazione Tutela Roma Sud, che ha scritto ai 50 consiglieri comunali di Ardea e Pomezia, chiedendo uno stop immediato alla dismissione del sito e alla sua trasformazione in un’area industriale.
“La falda del Laurentino non era solo una risorsa idrica – scrivono – ma un patrimonio ambientale da proteggere. Ora diventa un limbo senza tutele, dove l’acqua non è più prioritaria, e la salute dei cittadini viene subordinata alle esigenze di smaltimento dei rifiuti”.






