martedì, Dicembre 2, 2025

Stage del Politecnico alla Banditaccia: tra tecnologia, restauro e tutela del patrimonio

Ne avevamo già parlato, ma forse con uno sguardo più celebrativo che tecnico. E invece lo stage del Politecnico di Torino tenutosi la scorsa settimana presso la Necropoli della Banditaccia merita un approfondimento per l’alto valore scientifico e operativo dell’attività svolta. A guidare il gruppo in trasferta nella città etrusca è stato un team d’eccellenza del Dipartimento di Architettura e Design (DAD) dell’ateneo torinese, composto da Emanuele Morezzi (professore associato in Restauro dell’architettura), Filiberto Chiabrando (professore associato in Geomatica), Lorenzo Teppati Losè (ricercatore in Geomatica) e Tommaso Vagnarelli (assegnista di ricerca in Restauro dell’Architettura). Con loro anche il team studentesco DIRECT, l’unico in Italia specializzato nell’utilizzo della geomatica per rispondere a emergenze ambientali e per la tutela del patrimonio culturale. Una realtà di alta formazione che unisce giovani competenti e motivati, capaci di coniugare tecnologie avanzate e rispetto per il valore storico dei siti. Ma cos’è la geomatica? È una disciplina tecnica e scientifica che si occupa della raccolta, analisi e rappresentazione dei dati relativi alla superficie terrestre e alle sue caratteristiche, fondamentali per documentare, monitorare e salvaguardare ambienti e monumenti storici. L’attività svolta nella Necropoli della Banditaccia e nel Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia è stata dunque un vero e proprio laboratorio sul campo, in cui si sono applicate metodologie all’avanguardia per la mappatura e il restauro digitale del sito. Un’operazione non solo dal grande valore didattico, ma anche pratico: i dati raccolti contribuiranno alla conservazione e valorizzazione di uno dei siti archeologici più importanti d’Italia e dell’intero Mediterraneo. Insomma, non solo prestigio, ma contenuti di livello internazionale, per uno stage che ha confermato l’importanza di fare rete tra istituzioni, ricerca e territorio. E Cerveteri, ancora una volta, si dimostra crocevia strategico per l’archeologia del presente e del futuro.

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