Ai piedi della Maiella, dove l’Abruzzo si fa vento e memoria, è andata in scena una di quelle cerimonie che, a chi ancora crede nella nobiltà dello sport, riconciliano con il mondo. Il protagonista è Michael Magnesi, romano, classe 1994, ma soprattutto pugile. Di quelli veri. Di quelli che salgono sul ring con la faccia dritta, le mani pesanti e la testa sulle spalle. E giù, a Ripa Teatina — paese che vanta il vanto di aver dato i natali al padre del leggendario Rocky Marciano — è stato premiato come “Pugile dell’anno 2025”. Ora, ai premi siamo abituati. Ce ne sono a bizzeffe, con tanto di buffet e selfie di circostanza. Ma questo è un premio diverso, che ha il sapore del sudore e delle notti in palestra. Perché se Rocky Marciano è stato il simbolo della boxe che non arretra mai, Magnesi — soprannominato “Lone Wolf” — pare il suo fratello italiano. Un lupo, sì. Ma anche un uomo. E a Ripa lo hanno capito. Lì, al festival giunto alla ventunesima edizione, Magnesi è salito sul palco e non ha menato pugni, ma parole. Intervistato dal decano sportivo di Sky, Fabio Tavelli, ha raccontato la sua storia, che non è quella di un predestinato, ma di uno che si è fatto da solo, allenato dal maestro Gesumino Aglioti, altro nome da scrivere in stampatello, in quel libro invisibile che raccoglie i maestri di vita prima ancora che di sport. Accanto a lui, a rendere omaggio, c’era anche Andrea Carnevale. Per chi ha memoria corta, fu attaccante del Napoli di Maradona e della Nazionale. Oggi scrive libri e regala storie. A Magnesi ha donato il suo volume, “Il destino di un bomber”. E tra quei due, apparentemente lontani, c’è stata un’intesa. Perché chi ha lottato davvero, che sia su un prato verde o tra le corde di un ring, si riconosce sempre. Il resto lo ha raccontato lo stesso Magnesi, non dal microfono, ma dai social, come si fa oggi. «È stata una grandissima emozione», ha scritto. Ma le emozioni vere, quelle che valgono, non hanno bisogno di molti aggettivi. Si vedono negli occhi. E i suoi, lì sul palco, dicevano tutto. Nel frattempo, mentre si spegnevano i riflettori del festival, si accendeva l’attesa: cosa farà adesso Lone Wolf? Tornerà sul ring, certo. Ma dove, e contro chi, ancora non si sa. Quello che si sa — e lo si è capito bene a Ripa — è che Magnesi non è solo un pugile. È un simbolo. Di disciplina, di sacrificio, di riscatto. E sì, anche di gratitudine, che nel mondo di oggi è merce rara. Rocky Marciano, se avesse potuto, gli avrebbe stretto la mano. Ma a Ripa, quel gesto, lo ha fatto idealmente un intero paese. E non è poco.
Michael Magnesi premiato a Ripa Teatina: il pugile del 2025 è “Lone Wolf”
