lunedì, Dicembre 1, 2025

Un tuffo da uomo. La lezione di coraggio di Kristian, il bagnino ragazzino

L’Italia, si dice, è un Paese senza più eroi. Che i giovani d’oggi pensano solo a TikTok, alla palestra e ai selfie in costume. Ma poi, tra un’onda e una corrente che tira giù come il debito pubblico, arriva un ragazzino di Ladispoli — nemmeno maggiorenne — a smentire tutto con un gesto che profuma di antico, di quegli atti che si compiono senza pensarci, solo perché “si deve”. Kristian Tudino, 17 anni, ma con un cuore e un istinto che farebbero impallidire certi uomini fatti e finiti, ieri pomeriggio si è tuffato nel mare burrascoso del litorale laziale per strappare un coetaneo dalle grinfie della morte. Il ragazzo era lì, a pochi metri dalla riva, ma lontanissimo dalla salvezza, travolto dalle onde mentre cercava di raggiungere la sua fidanzata, anche lei in balia del panico. E chissà se ha avuto il tempo di pensare che poteva essere finita. Poi il tuffo. L’acqua gelida. Il cuore che batte. E quell’ombra giovane che avanza tra le onde: Kristian. «Ho raggiunto quel ragazzo ma la corrente era forte. Mi sono lasciato trascinare dietro agli scogli per arrivare alla riva: è andata bene», ha raccontato dopo, con la semplicità di chi sa di aver fatto solo il proprio dovere. Solo che il dovere, oggi, è spesso un optional. E quando lo vedi incarnato in un ragazzo con la pelle salata e gli occhi ancora lucidi per la tensione, ti accorgi che no, non siamo proprio perduti. Il progetto “Spiagge Sicure”, voluto dal Comune di Ladispoli e attivo nei mesi estivi, prevede postazioni di salvataggio sulle spiagge più frequentate. È una di queste — tra La Baia e Il Covo — che ha visto consumarsi la scena: tensione tra gli ombrelloni, gente che si alza, qualcuno che urla, poi l’acqua che inghiotte, e infine la speranza che rinasce sotto forma di un ragazzo di Ladispoli in costume rosso. Gli altri — i testimoni, gli amministratori, gli operatori della Protezione Civile — si affannano ora a ringraziare, a lodare, a mettere bolli e timbri sulla “macchina organizzativa”. Tutto giusto. Ma qui non c’è burocrazia che tenga: è il gesto, spontaneo, naturale, persino incosciente nella sua generosità, che conta. È quell’attimo in cui il cervello tace e il cuore decide: si va. «Un bagnino giovanissimo non ha esitato nemmeno un secondo», hanno detto i presenti. E in quell’assenza di esitazione c’è tutto. Non servono parole altisonanti. A Kristian basterebbe un grazie. Ma glielo dobbiamo dire bene, come si faceva un tempo, quando un gesto d’altri tempi meritava una penna d’altri tempi. Perché oggi, sul litorale di Ladispoli, un ragazzo ha dato una lezione di maturità ben più seria di quella che lo aspetta il prossimo anno sui banchi di scuola. Ha scelto la vita. La vita di un altro, prima della sua. E non è roba da poco, nemmeno per un uomo. Figuriamoci per un ragazzo di diciassette anni.

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