Il campo pozzi Acea Laurentino torna al centro del dibattito ambientale tra i comuni dell’area metropolitana. Il Consiglio comunale di Albano Laziale ha alzato la voce contro l’ipotesi di dismissione dell’impianto, definendola “una scelta pericolosa” che potrebbe aggravare ulteriormente la già precaria situazione idrica del quadrante sud della Capitale. L’area in questione, infatti, è considerata un nodo strategico per l’approvvigionamento idrico non solo per Albano, Ardea e Pomezia, ma per una vasta fetta del territorio romano. Un’area, però, fortemente compromessa da anni di captazioni intensive, manutenzione carente e inquinamento ambientale diffuso. Nonostante questa fragilità, si prevede di aumentare la pressione sulla risorsa idrica per alimentare le esigenze del futuro termovalorizzatore previsto a Santa Palomba. Il Consiglio comunale di Albano ha lanciato un appello diretto a Roma Capitale e ad Acea: “Non si può continuare a sfruttare un territorio già provato per rispondere ai bisogni di Roma. Serve una strategia opposta: non dismettere, ma bonificare e mettere in sicurezza. È necessario un piano di monitoraggio e tutela ambientale serio, per evitare di compromettere definitivamente l’equilibrio idrico della zona”. La richiesta arriva in un momento di crescente attenzione sul tema: nei giorni scorsi, un’associazione del territorio ha annunciato di aver scritto una lettera ai consiglieri comunali di Ardea e Pomezia per sollecitare un’azione comune in difesa del campo pozzi. Al momento, però, non risultano prese di posizione ufficiali da parte delle due amministrazioni. L’invito di Albano è chiaro: fermare la dismissione, avviare controlli ambientali, e aprire un confronto vero sul futuro di una risorsa vitale per decine di migliaia di cittadini.