Non ci sarebbe un guasto dietro il disastro del Boeing 787 della Dreamliner Air India precipitato il 12 giugno subito dopo il decollo dall’aeroporto di Ahmedabad. Secondo i risultati preliminari dell’inchiesta, pubblicati in esclusiva dal Wall Street Journal, gli interruttori che controllano il flusso di carburante ai due motori dell’aereo erano stati spenti. E questo ha provocato un’improvvisa e completa perdita di spinta del velivolo, caduto su un ostello per studenti di medicina poco dopo essersi sollevato da terra. Gli investigatori stanno dunque concentrando le loro analisi sulle azioni compiute dai piloti, che possono manovrare gli interruttori per avviare i motori del jet, spegnerli o comunque gestirli in determinate situazioni di emergenza. Il rapporto dell’Aircraft Accident Investigation Bureau indiano non ha fornito conclusioni né ha attribuito alcuna responsabilità del disastro, ma ha indicato che un pilota ha chiesto all’altro perché avesse interrotto il flusso di carburante, ma il secondo ha risposto di non averlo fatto. Al momento del decollo, il copilota era al comando, mentre il comandante era in osservazione. Il primo, Clive Kunder, aveva alle spalle oltre 3400 ore di volo; il secondo, Sumeet Sabharwal, ne aveva oltre 10.000 con aerei a fusoliera larga. Non è stato specificato quali dichiarazioni siano state fatte dal capitano del volo e quali dal primo ufficiale, né quale pilota abbia trasmesso il segnale di “Mayday, Mayday, Mayday” appena prima dello schianto. I risultati preliminari non spiegano inoltre come l’interruttore abbia potuto scattare nella posizione di interruzione. L’esperto di sicurezza aerea statunitense John Cox ha affermato che un pilota non potrebbe spostare accidentalmente gli interruttori del carburante che alimentano i motori: “Non puoi urtarli e si muovono”, ha detto. Il bilancio delle vittime della sciagura aerea è di 279 morti. Una fonte della polizia ha riferito che sono stati recuperati 279 corpi dal luogo dell’incidente nella città di Ahmedabad, nel nord dell’India, in quello che è tra i peggiori disastri aerei del XXI secolo. Il Boeing 787-8 Dreamliner della compagnia Air India aveva lanciato un segnale di emergenza pochi istanti prima di schiantarsi, intorno all’ora di pranzo di giovedì, trasformandosi in una palla di fuoco mentre colpiva edifici residenziali. L’aereo si è schiantato nei pressi dello scalo “Sardar Vallabhbhai Patel” cinque minuti dopo il decollo, riferisce il direttore generale della direzione dell’aviazione civile, Faiz Ahmed Kidwai. I video diffusi in rete mostrano una lunga colonna di fumo nero che si alza dal luogo dell’impatto. Da un video che circola sui social media, che mostra il velivolo a bassissima quota sui tetti della città e poi una densa nube di fumo nero, sembra che l’aereo si sia schiantato in una zona residenziale, aggiunge la Bbc. Sempre la Bbc riporta che l’aereo ha interrotto i contatti con la torre di controllo pochi secondi dopo il decollo. Secondo i dati di Flight Radar riportati dai media indiani, in quel momento il velivolo era a un’altezza di appena 625 piedi, pari a circa 200 metri. Il ministro dell’Aviazione indiano ha dichiarato lo “stato di massima allerta”, il ministro Ram Mohan Naidu Kinjarapu ha aggiunto che “sono state mobilitate squadre di soccorso” e che sta “monitorando personalmente la situazione”. Il volo era diretto all’aeroporto di Gatwick. Si tratta, ed è la novità più importante, del primo incidente in assoluto di un Boeing 787, riporta Sky News citando il database dell’Aviation Safety Network. Il 787 Dreamliner, modello del velivolo precipitato, è un aereo widebody bimotore. Secondo quanto riportato dal sito web della Boeing, il modello ha effettuato più di cinque milioni di viaggi nei 14 anni trascorsi dal suo primo volo passeggeri. Secondo il sito web Flightradar24, ne sono stati consegnati più di mille a decine di compagnie aeree, tra cui All Nippon Airways, British Airways e United Airlines. La flotta di Boeing 787 è stata messa a terra nel 2013 a seguito di incendi causati dalle batterie agli ioni di litio, che facevano parte del sistema di alimentazione elettrica dell’aeromobile. Il consulente aeronautico John Strickland ha spiegato al FT che il Boeing 787 ha un “buon record di sicurezza in servizio”, aggiungendo però che è “troppo presto per speculare sulle possibili cause” dell’incidente. Air India ha dovuto affrontare “le sfide di decenni di proprietà statale e cattiva gestione”, ha aggiunto Strickland. Tuttavia, dopo essere stata venduta a Tata e grazie all’arrivo di un management esperto nel settore del trasporto aereo, la compagnia aerea aveva iniziato a muoversi nella giusta direzione sia dal punto di vista operativo che commerciale. Risultano 53 cittadini britannici a bordo dell’aereo precipitato; i restanti passeggeri, informa Air India, sono 169 cittadini indiani, 7 portoghesi e un canadese. Almeno 60 corpi carbonizzati sono già stati recuperati. Il premier indiano, Narendra Modi, che è stato in passato premier del Gujarat (lo Stato luogo dell’incidente), fa sapere di essere in contatto con il ministro dell’Aviazione Civile dal primo momento in cui si è appresa la notizia. Modi ha dato indicazioni per assicurare il massimo degli sforzi necessari per le operazioni di soccorso. Boeing si è detta subito pronta ad aiutare Air India: lo ha detto il gigante dei cieli Usa sottolineando che invia i suoi “pensieri” a “tutte le persone colpite”. Non si esclude inoltre che le autorità americane voleranno in India per indagare sull’accaduto. Un ex ingegnere di Boeing aveva esortato a lasciare a terra tutti i Dreamliner lo scorso anno, nel corso di un’audizione in Congresso, ma la società aveva respinto le accuse e aveva ribadito la sua fiducia.
Boeing per Londra schiantato dopo il decollo: spenti gli interruttori del flusso di carburante
