“Come sapete, non ci saranno tariffe doganali se l’Unione europea, o le aziende all’interno dell’Ue, decidessero di costruire o produrre prodotti negli Stati Uniti e, di fatto, faremo tutto il possibile per ottenere le autorizzazioni in modo rapido, regolare e professionale, in altre parole, nel giro di poche settimane”. E’ quanto scrive il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nella sua lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Il presidente degli Stati Uniti ha pubblicato su Truth la sua lettera indirizzata alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in cui annuncia l’introduzione dal primo agosto di dazi al 30% sulle merci in arrivo dall’Unione europea. Donald Trump ha postato su Truth la lettera inviata al Messico, dove annuncia dazi dal primo agosto al 30%, minacciando di raddoppiarli in caso di ritorsioni. È la stessa misura preannunciata per Bruxelles. “I dazi stabili al 10% non sono certo auspicabili. Per le nostre aziende anche un 1% è troppo. Il fatto è che ci siamo abituati a sentire cifre sballate, 20, 30,persino 40 o 50%, al punto che un 10% può suonare accettabile. Ma non è così”. Ad affermarlo, al Corriere della Sera, è il neo-presidente di Federmeccanica Simone Bettini. “Qui – aggiunge – si dimentica che non finisce tutto con le mancate esportazioni negli Stati Uniti. C’è anche l’effetto ‘in seconda battuta’. Non solo sarà difficile esportare negli Usa, ma lo sarà anche in Francia o in Germania, perché i capi filiera che ci danno il lavoro a loro volta esportano negli Stati Uniti. E così i dazi non li subiremo solo in modo diretto ma anche di rimbalzo”. Inoltre “quando si fa riferimento ai dazi si parla spesso di prodotti di lusso, la cui domanda è meno sensibile al prezzo. La realtà è un po’ diversa. La gran parte dei prodotti che l’Italia esporta anche negli Stati Uniti sono legati all’industria e non all’alimentare. E solo una piccola quota parte è di lusso”. La metalmeccanica viene colpita? “Molto – risponde – Verso gli Stati Uniti nei primi tre mesi dell’anno abbiamo esportato beni per 8 miliardi. Si tratta del secondo Paese dopo la Germania, a quota 10,1 miliardi. In percentuale, possiamo dire che negli Usa va l’11,5% del nostro export, superato solo dal14,5% della Germania”. “Il peggio deve venire, purtroppo. Se si parla di automotive, poi, bisogna tenere conto che in quel caso i dazi sono ben più alti, al 25%. Detto questo non vorrei apparire catastrofista. Sono convinto che le nostre imprese abbiano capacità di adattamento straordinarie. Ma la situazione è complessa e bisogna cercare soluzioni all’altezza”. Secondo Bettini la ricetta sarebbe “semplificare le procedure burocratiche, troppe volte sono fini a se stesse” e “incentivi per sostenere gli investimenti”. L’Ufficio studi della CGIA comunica che nel caso i dazi imposti dall’Amministrazione Trump dovessero rimanere gli stessi di oggi costerebbero al nostro Paese 3,5 miliardi di euro circa di mancate esportazioni. Se, invece, le tariffe doganali dovessero essere innalzate al 20 per cento, il danno economico ammonterebbe fino a 12 miliardi di euro. Sono stime che sono state riprese dalle elaborazioni fatte qualche mese fa dall’Ocse; importi che non includevano l’impatto economico di eventuali tariffe che potrebbero essere applicate su singoli prodotti merceologici. L’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, al governo dal 2019 al 2022, ha dichiarato di aver accolto “con senso di responsabilità” l’annuncio del presidente americano, Donald Trump, in merito all’aumento del 50% dei dazi sui prodotti brasiliani. In un messaggio su X, l’ex leader di destra ha espresso “rispetto e ammirazione per il governo degli Stati Uniti” e ha attribuito la decisione alla politica estera adottata dall’attuale governo del presidente di sinistra, Luiz Inácio Lula da Silva. “Questo non sarebbe mai successo sotto la mia amministrazione”, ha aggiunto. Questa è stata la prima dichiarazione esplicita di Bolsonaro sulla questione. Nel post, ha poi invitato le autorità competenti ad agire “con urgenza” e a presentare misure per ripristinare la “normalità istituzionale”. “Il Brasile si sta rapidamente dirigendo verso l’isolamento e la vergogna internazionale. L’escalation di abusi, censura e persecuzioni politiche deve cessare. L’avvertimento è stato dato e non c’è più spazio per omissioni”, ha aggiunto l’ex capitano dell’esercito, imputato in un processo presso la Corte suprema di Brasilia per presunto tentativo di colpo di Stato.
Lettera di Trump alla Ue: “Dazi al 30% dal primo agosto”. Dazi del 30% anche al Messico: “Non ferma il narcotraffico”
