È una vicenda agghiacciante quella che arriva da Terracina, in provincia di Latina, e che oggi trova il suo primo epilogo in un’aula di giustizia. Il gup del Tribunale di Roma, Angela Gerardi, ha condannato a sette anni di reclusione e a 26mila euro di multa un giovane capo scout di appena 19 anni, ritenuto colpevole di pornografia minorile, stalking, estorsione, violenza sessuale e detenzione di materiale pedopornografico. Reati gravissimi, aggravati dall’abuso di un ruolo fiduciario in un contesto educativo. Il ragazzo operava all’interno del gruppo scout “Terracina 3” e si era costruito un’immagine di educatore affidabile, capace di guadagnarsi la fiducia di famiglie e bambini. Una maschera che ha nascosto per mesi condotte inquietanti e sistematiche, ora confermate in sede giudiziaria. Il giudice ha disposto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, il divieto di assumere incarichi educativi e il divieto di avvicinamento ai minori, oltre al risarcimento per le parti civili, tra cui alcune famiglie coinvolte e associazioni di tutela. Le indagini sono partite grazie alla pronta segnalazione di alcuni genitori e degli stessi educatori, insospettiti da comportamenti ambigui e da segnali di disagio nei ragazzi. Fondamentale anche il supporto del centro antiviolenza per minori “Crescere Insieme” e della Polizia Postale di Latina, che ha analizzato dispositivi e piattaforme digitali riconducibili al giovane, trovando tracce inequivocabili delle condotte illecite. Il materiale sequestrato ha confermato un quadro inquietante di abusi psicologici e digitali, condotti attraverso chat, ricatti, pressioni e minacce nei confronti di giovanissimi, in un crescendo di ossessione e dominio. “La giustizia ha fatto il suo corso, riconoscendo la sofferenza inflitta a giovani vite”, ha dichiarato Monica Sansoni, Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Lazio. “Questa sentenza è un monito. L’abuso in contesti educativi è un tradimento devastante. Va onorato il coraggio di chi ha parlato, e va ribadito che la tutela dei minori è un dovere, prima che istituzionale, profondamente umano”. Il caso ha scosso profondamente la comunità di Terracina e del mondo scout, aprendo una riflessione più ampia su controlli, formazione e prevenzione all’interno delle realtà educative giovanili.