Ad Ardea la politica si trasforma in palcoscenico surreale, dove il protagonista – secondo le accuse – è il Presidente del Consiglio Comunale, Francesco Giordani, reo di aver trasformato il rispetto delle regole in un esercizio discrezionale. Al centro delle polemiche, le dimissioni della presidente della Commissione Servizi alla Persona, Veronica Ortolani, inviate via PEC personale e regolarmente protocollate. Un atto che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto sancire in maniera chiara e definitiva la sua rinuncia all’incarico. Ma così non è stato. Nonostante l’articolo 65 del Codice dell’Amministrazione Digitale equipari la PEC personale alla firma autografa, Giordani ha ignorato l’atto, sostenendo che la stessa Ortolani avrebbe successivamente “disconosciuto” le dimissioni. Una decisione che ha scatenato reazioni durissime tra le opposizioni, che parlano senza mezzi termini di “democrazia a singhiozzo” e “Commissioni violate”, accusando Giordani di interpretare i regolamenti a proprio piacimento. “Ad Ardea – denunciano – non servono più atti ufficiali, basta l’umore del giorno del Presidente del Consiglio per far piegare la legge”. Il caso, oltre a sollevare un tema di legittimità formale e procedurale, apre un nuovo fronte nella già tesissima dialettica interna alla maggioranza e tra le forze politiche del Comune. E intanto, in città, cresce il malumore tra i cittadini che assistono, ancora una volta, a una gestione istituzionale segnata da tensioni e scelte controverse.






