giovedì, Agosto 7, 2025

Basket, la RIM Sport Cerveteri rinuncia alla Serie C: il campo vinto sul parquet, perso tra promesse mancate e silenzi

C’era una volta una squadra di provincia, la RIM Sport Cerveteri, che faceva le cose per bene. Che saliva sul parquet ogni weekend con il cuore più che con i milioni, con i muscoli ancora sporchi di lavoro e sogni infilati sotto la canotta. Avevano conquistato la Serie C sul campo, mica su carta bollata o per ripescaggio. Vittorie vere, sudate, come si deve. Ma oggi arriva l’annuncio che non avremmo voluto leggere: la società ha ufficialmente rinunciato al titolo di Serie C per la stagione 2025-2026. Lo ha comunicato alla Federazione Italiana Pallacanestro con la sobrietà di chi sa che lo sport, a volte, chiede più di quanto possa restituire. Il motivo? Logistica. O meglio: assenza di un campo regolamentare. Perché a Cerveteri non si gioca a basket d’estate, figurarsi d’inverno. Il PalaSorbo di Ladispoli è già in overbooking e l’accordo con il Basket Ladispoli, valido fino a pochi mesi fa, è tramontato come certi entusiasmi in campagna elettorale. Il Pallone Geodetico di Valcanneto, che avrebbe anche le dimensioni giuste, ha un pavimento vecchio, rattoppato, da oratorio. Il Comune aveva promesso una nuova superficie, ma le promesse – si sa – fanno volume, non sostanza. Così la società, per giocare, ha messo mano al portafogli: 7000 euro di spese per adeguamenti, mai rimborsati. E pure l’affitto per giocare, come se fare sport fosse un lusso da ricchi. Il colpo di grazia? Nessun sostegno economico da parte del tessuto imprenditoriale locale, sempre più sfilacciato, più attento al profitto che alla palla a spicchi. E così, tra burocrazia, disinteresse e solitudine, la RIM Sport alza bandiera bianca. È una storia amara, da appendere nello spogliatoio accanto alle foto di squadra e ai tabelloni marcati. È il racconto di un basket di provincia che si spegne non per mancanza di passione, ma per assenza di visione. Un fallimento collettivo, che riguarda politica, sport e comunità. Non ci saranno luci, né presentazioni. Solo un silenzio più forte del rimbalzo della palla sul parquet. E l’eco di una domanda: quanto vale davvero lo sport, quando a perderci è chi ci ha creduto di più?

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