sabato, Agosto 2, 2025

Inchiesta sull’edilizia a Milano, la Procura chiede 6 arresti. Perquisizioni negli uffici del Comune

Un nuovo terremoto giudiziario scuote il Comune di Milano. La Procura ha chiesto sei misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta sull’urbanistica, che vede coinvolti l’assessore Giancarlo Tancredi e l’imprenditore Manfredi Catella. L’indagine, che ipotizza corruzione e falso, tocca anche figure di rilievo del mondo dell’architettura e dell’edilizia cittadina. Al centro dell’inchiesta ci sono sei persone per cui la Procura ha chiesto misure cautelari. Spiccano i nomi di Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana di Milano, e Manfredi Catella, fondatore e amministratore delegato di Coima, gruppo attivo nei principali progetti immobiliari della città. Per entrambi sono stati chiesti i domiciliari. Tra gli indagati figura anche Stefano Boeri, architetto di fama e presidente della Triennale di Milano, destinatario di perquisizioni da parte della Guardia di Finanza. Le misure richieste variano dagli arresti domiciliari alla detenzione in carcere, a seconda della posizione degli indagati.
Le accuse: corruzione, falso e pressioni sui progetti edilizi Secondo i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini, Mauro Clerici e l’aggiunto Tiziana Siciliano, al centro dell’inchiesta vi sarebbe un presunto sistema di corruzione finalizzato a favorire iter edilizi attraverso contatti e influenze interne alla pubblica amministrazione. Le accuse comprendono anche la falsificazione di atti pubblici e la gestione opaca di incarichi professionali. La Guardia di Finanza ha eseguito 24 perquisizioni e notificato ordini di esibizione di documenti negli uffici comunali.
La Commissione Paesaggio del Comune di Milano è una delle istituzioni coinvolte nell’inchiesta. Già a marzo un precedente filone investigativo aveva portato all’arresto di Giovanni Oggioni, ex direttore dello Sportello unico per l’edilizia e vice presidente della Commissione stessa. Le indagini indicano che alcuni componenti della Commissione avrebbero agevolato approvazioni progettuali in cambio di favori personali e professionali, tra cui assunzioni familiari e consulenze ben retribuite.
L’attuale indagine è il prosieguo di quella che, lo scorso marzo, ha coinvolto Giovanni Oggioni. Secondo l’accusa, Oggioni avrebbe influenzato la stesura di emendamenti alla legge “Salva Milano” per rallentare o impedire le indagini. In cambio dell’approvazione di pratiche edilizie, avrebbe ottenuto vantaggi economici per sé e la figlia. Le due società implicate sono ora indagate, mentre nei confronti di Oggioni si profilano anche le accuse di depistaggio. Il procuratore Marcello Viola ha sottolineato in una nota ufficiale la gravità della situazione: “Il fenomeno indagato, legato ad alcuni profili di incontrollata espansione edilizia, ha assunto dimensioni di rilievo notevolissimo”. Secondo quanto dichiarato, le indagini hanno già portato al sequestro preventivo di diversi cantieri e all’adozione di ulteriori misure cautelari. Il giudice per le indagini preliminari deciderà sugli interrogatori fissati per il 23 luglio. La Procura, diretta da Marcello Viola, sta indagando da quasi tre anni su tutta la gestione urbanistica di Milano e su decine di progetti immobiliari. Numerosi i fascicoli aperti in questi anni, alcuni dei quali già arrivati in udienza preliminare o a processo, soprattutto per i casi di nuove realizzazioni che sarebbero state spacciate per ristrutturazioni, senza i necessari piani attuativi nelle zone interessate. Il giudice a fine luglio, escluse le esigenze cautelari dell’inquinamento probatorio e del pericolo di fuga, dovrà valutare se accogliere le richieste dei pm o rimodulare semmai le misure cautelari, verificando, in particolare, se sussista a carico degli indagati il pericolo di reiterazione del reato.

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