La Cgil Civitavecchia Roma Nord Viterbo esprime forte preoccupazione dopo il sequestro, disposto dalla Magistratura, di contenitori con materiale bellico inertizzato all’interno dello stabilimento militare Cetli. A intervenire è la segretaria del sindacato, Stefania Pomante, che chiede chiarezza e un deciso cambio di passo nella gestione ambientale del territorio. «I fatti emersi – afferma Pomante – al di là delle doverose indagini in corso da parte della magistratura, evidenziano una volta di più l’urgenza non più rinviabile di avviare una bonifica dell’area. Un territorio che, dall’immediato dopoguerra, ha rappresentato una servitù produttiva e militare per l’intero Paese, non può continuare a sopportare ulteriori rischi per la salute pubblica». Il riferimento è alle potenziali contaminazioni ambientali legate alla presenza storica di impianti militari e industriali nell’area, su cui il sindacato richiama attenzione da anni. «Civitavecchia non può tollerare neanche il minimo pericolo di contaminazione di aria, acqua o suolo – incalza Pomante –. È ora che si affronti seriamente il tema della tutela ambientale e della sicurezza dei cittadini». La Cgil accoglie con favore l’iniziativa del Comune di convocare, per lunedì prossimo, una seduta straordinaria della Commissione Ambiente, auspicando che l’organo possa fare piena luce sull’accaduto. «Sosteniamo la convocazione della Commissione e ci aspettiamo risposte concrete – conclude Pomante –. È necessario un confronto trasparente, che coinvolga le istituzioni, i tecnici e i cittadini. Solo così si potrà uscire da una situazione che si trascina da troppo tempo».
Sequestro al Cetli di Civitavecchia, la Cgil lancia l’allarme: “Serve una bonifica, basta servitù militari”
