Il Partito Democratico “è al fianco” di Beppe Sala e “continua a sostenere il lavoro che l’amministrazione farà nei prossimi due anni”. Suona come una blindatura la nota di Elly Schlein a oltre 48 ore dall’esplosione dell’inchiesta sull’urbanistica a Milano che vede anche il sindaco indagato. Ma contiene due postille. Una sulle le sfide della città, “dall’abitare alla transizione ambientale”, che “richiedono segnali di innovazione e cambiamento”. L’altra è la promessa di seguire “con attenzione gli sviluppi” dell’indagine. Lo faranno anche nel centrodestra, dove lo scenario reso incerto dall’intervento della Procura spinge quantomeno ad accelerare il processo di scelta del candidato per una città che ora si vede “più contendibile”. leader dei partiti che sostengono la giunta – Matteo Renzi (Iv), Carlo Calenda (Azione), Angelo Bonelli (Verdi) e Schlein – hanno confermato la fiducia. I centristi subito e senza riserve. Bonelli e Schlein con dei distinguo. Significativa anche la nota dell’ex assessore di Milano, ora eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran, che esprime “massima fiducia nella correttezza e rettitudine” di Sala e dell’assessore Giancarlo Tancredi. Una crepa nel centrosinistra è segnata dal M5s, che in Comune non è in maggioranza e chiede le dimissioni. Per ora, un contraccolpo politico per il sindaco è il tramonto dell’ipotesi di fare il federatore del centro, se non di tutto il centrosinistra.L’architetto Giuseppe Marinoni, presidente della disciolta Commissione paesaggio e figura centrale nella maxi inchiesta sull’urbanistica anche per il suo dossier patrocinato dal Comune di Milano su “Nodi e Porte Metropolitane”, “almeno dal 2017” viaggiava all’estero, con un collega di uno studio di Lugano, “alla ricerca di Nodi da studiare urbanisticamente, individuando luoghi e rintracciando soggetti interessati a concludere accordi e a cui vendere i masterplan” per “avviare massicce speculazioni edilizie”. Emerge dagli atti dei pm e da alcune chat di 8 anni fa. Per i pm “impressiona l’analogia con la vicenda milanese”. Secondo i pm milanesi, Marinoni agiva con la “copertura e la consapevolezza” di Tancredi, “perseguendo l’obiettivo di attuare un Piano di governo del territorio (Pgt) ombra”. E, “con alte parcelle” riceveva “incarichi privati dagli operatori della finanza immobiliare e proprietari di aree, coinvolti nei maggiori interventi urbanistico-edilizi” di Milano. Tra le società, c’è la S+J con l’architetto Federico Pella, per il quale è stata richiesta la custodia in carcere, con il quale “stringeva un patto di corruzione”. Nel decreto di perquisizione personale e contestuale sequestro dei pm milanesi, vengono citati anche Unipol, Redo Sgr, Lendlease, EuroMilano, Hines e Coima. Ci sono riferimenti anche ad “interferenze” su alcuni progetti immobiliari da parte dell’ex assessore alla Casa Pierfrancesco Maran, ora eurodeputato del Pd. Secondo i pm Petruzzella, Filippini e Clerici, le vicende dell’intervento “nel cortile di piazza Aspromonte della Bluestone”, da cui è partita l’indagine nel 2022 sul “sistema alterato dell’urbanistica milanese”, e il caso delle “torri di via Crescenzago”, sarebbero stati “costellati” di interferenze a favore di quei progetti da parte di Oggioni, l’ex dirigente comunale e vicepresidente della commissione Paesaggio arrestato lo scorso marzo, e “dell’allora assessore Maran”, che non risulta indagato negli atti depositati. In un messaggio, riportato nelle carte, del dicembre del 2020 l’imprenditore Andrea Bezziccheri della Bluestone scriveva ad Alessandro Scandurra, componente della Commissione paesaggio, che “Maran ha fatto forti pressioni anche sulla commissione”. “Sono fiducioso… non per l’amministrazione, ma per i partner che ci stiamo trascinando dietro. L’urbanistica l’hanno sempre fatta loro, da 20 anni. Adesso noi li stiamo convincendo a farla un po’ meglio”. Sono parole in una chat del 4 agosto 2024 dell’allora presidente della Commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni, per il quale la Procura di Milano ha chiesto il carcere. Il messaggio di Marinoni, che dialogava con Federico Pella, manager della J+S (richiesta di carcere anche per lui), sono “emblematiche”, per i pm, perché in quella data di agosto dello scorso anno “il programma strategico dei ‘nodi’ era da tempo avviato” e “volgeva alle battute conclusive della consegna dei masterplan e PPP”, ossia il partenariato pubblico-privato, ma “si addensavano le ombre dei dubbi sollevati da alcuni dirigenti- e funzionari del Comune, che avevano riserve sulle eccessive altezze e volumetrie e su altri aspetti di quei progetti”. Negli atti anche una chat di un anno e mezzo prima nella quale Marinoni mostrava la sua gioia a Pella per aver ottenuto il patrocinio di Palazzo Mario sullo studio sui ‘nodi metropolitani’. Il 13 gennaio 2023 scriveva, infatti, “oggi mi hanno mandato il patrocinio del Comune per lo studio sugli svincoli … inizio con i miei amici di Lugano a trovare gli sponsor per finanziare lo studio”. E il primo luglio 2024, sempre a Pella, diceva: “Ho riparlato con Tancredi (l’assessore che rischia i domiciliari, ndr) suino di (…) poi incontrerò anche Bardelli (ex assessore alla Casa, ndr) su questo argomento. Vorrei proporgli se su ogni nodo riusciamo a collocare 100mila metri quadri di edilizia”. Manfredi Catella, l’immobiliarista fondatore di Coima, è accusato di corruzione. L’azienda di Catella è coinvolta in progetti immobiliari importanti che stanno cambiando negli ultimi anni lo skyline della città, come Milano Porta Nuova, il Pirellino, lo Scalo di Porta Romana per le palazzine del Villaggio Olimpico e la Biblioteca degli Alberi, in zona Porta Garibaldi-piazza Gae Aulenti. All’imprenditore gli investigatori hanno notificato l’atto mentre stava per partire in aereo per un viaggio programmato. “Abbiamo ricevuto una notifica del Tribunale di Milano per informarci dell’indagine in corso relativamente a un incarico progettuale affidato in passato dalla nostra società all’architetto Scandurra. Dato il ruolo dell’architetto anche come membro della commissione paesaggistica del Comune di Milano fino al 2024, viene prospettata l’ipotesi che l’incarico professionale affidato possa avere influenzato la condotta del professionista nella commissione in merito ai progetti promossi dalla nostra società. Abbiamo provveduto tempestivamente a fornire quanto ci è stato sinora richiesto e a svolgere le verifiche interne per confermare la regolarità in merito, che avremo modo di rappresentare con chiarezza nella sede giudiziaria”. Così Catella in una nota. E prosegue “trasparenza e la legalità” siano “fondanti per il nostro gruppo e per tutti noi, e avremo modo di affermarlo con determinazione anche in questa circostanza”.
Cemento e affari, Elly Schlein blinda il sindaco di Milano Sala
