La misura è colma. Dopo anni di segnalazioni, sollecitazioni e denunce rimaste inascoltate, la Polizia Locale di Cerveteri ha proclamato ufficialmente lo stato di agitazione. A rompere il silenzio è il sindacato Csa Regioni Autonomie Locali, che ha notificato la decisione al Comune, alla Prefettura e alla Asl Roma 4, portando alla luce una lunga serie di criticità strutturali, logistiche e organizzative che affliggono il Corpo. Al centro della protesta, l’inadeguatezza della sede operativa, giudicata inidonea a garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure. «Il personale della Polizia Locale – si legge nel documento sindacale – ha come sede di lavoro un appartamento in una palazzina residenziale, con locali sotterranei adibiti a rimessa per i veicoli di servizio. Una situazione che presenta gravi carenze strutturali e igienico-sanitarie». Assenza di spogliatoi idonei, servizi igienici inadeguati, mancanza di spazi comuni per il recupero psico-fisico degli operatori, e un ambiente di lavoro compromesso dalla presenza eccessiva di materiale cartaceo, strumenti ammassati e dispositivi mal conservati. Il quadro descritto nel dossier del sindacato è allarmante: ventilatori e condizionatori portatili disposti alla rinfusa, fili scoperti, prese multiple, cavi non canalizzati, rischio incendio elevato per la quantità di carta accatastata. E ancora: proliferazione di muffe e allergeni, con effetti diretti sulla salute degli agenti, tra problemi respiratori e reazioni allergiche. Il sindacato, per voce dei delegati Stefano Moriggi e Stefano Lulli, punta il dito contro l’amministrazione comunale guidata dalla sindaca Elena Gubetti, accusata di “omissione grave e reiterata” in merito alla sicurezza sui luoghi di lavoro. «Nonostante i numerosi richiami – affermano – e le ispezioni effettuate negli anni dalla Asl di Civitavecchia e dallo Spresal di Bracciano, nulla è cambiato. Il personale continua a operare in condizioni indegne e pericolose». La decisione di proclamare lo stato di agitazione è quindi una presa di posizione netta, che mira a far luce sull’emergenza interna al Corpo e a ottenere finalmente risposte concrete. Per ora – precisano dal sindacato – il servizio giornaliero e i pattugliamenti non subiranno variazioni, ma la tensione è alta e la pazienza agli sgoccioli. Sul tavolo restano due nodi cruciali: il sottorganico cronico e l’assenza di una sede operativa funzionale, due fattori che compromettono l’efficacia del lavoro quotidiano degli agenti. A questo si aggiunge un senso diffuso di abbandono, che ha portato alla rottura definitiva con l’amministrazione comunale. Ora la parola passa a Palazzo del Granarone, dove si attende una risposta formale e urgente. La Polizia Locale ha fatto la sua mossa: stavolta non si torna indietro.