venerdì, Agosto 1, 2025

Cerenova, il caso dei marciapiedi “a metà”: la Lega Salvini Premier Cerveteri denuncia il degrado e chiama in causa il Comune

Aree private, ma da sempre accessibili a tutti. Marciapiedi, vialetti e cortili condominiali aperti al transito pubblico, ma abbandonati al degrado. La denuncia arriva dalla Lega Salvini Premier di Cerveteri, che in un post pubblicato sulla propria pagina Facebook punta il dito contro lo stato di incuria di alcune zone di Cerenova. “Luoghi che sembrano terra di nessuno – scrivono gli esponenti del partito – dove nessuno interviene per manutenzione o messa in sicurezza. Ma se da anni sono utilizzati dalla collettività, non dovrebbe essere il Comune a farsene carico?”. Una domanda apparentemente semplice, ma che apre una questione complessa e tutt’altro che chiara. Perché se è vero che si tratta formalmente di proprietà private, è altrettanto evidente che in molti casi queste aree hanno assunto di fatto una funzione pubblica. Chi, allora, è tenuto a curarle, pulirle, ripararle? Il tema è spinoso. E la giurisprudenza degli ultimi decenni non offre risposte univoche. Da una parte c’è chi sostiene la responsabilità pubblica: come la Corte di Cassazione, che in una sentenza del 2010 ha stabilito che “l’amministrazione che consente alla collettività l’utilizzazione di un’area privata per pubblico transito ne assume il dovere primario di vigilanza e manutenzione”. Una posizione ribadita anche dal Tribunale di Potenza, in un caso simile, in cui ha escluso la responsabilità del condominio per la caduta di un passante su un marciapiede aperto al pubblico, riconoscendo invece l’obbligo in capo al Comune che, di fatto, ne permette l’uso. Una tesi, quest’ultima, che rafforza le ragioni politiche e civiche della Lega locale, che con la sua segnalazione punta a sollecitare l’intervento dell’Amministrazione comunale. Ma dall’altra parte non mancano sentenze di segno opposto. Come quella della Corte d’appello di Salerno del 2023, che ha ribadito che “la custodia di un’area condominiale resta in capo ai proprietari, anche se accessibile a terzi”, attribuendo al Comune un ruolo solo di vigilanza. In caso di inadempienza, l’ente pubblico può essere ritenuto responsabile solo per omesso controllo, ma non per i danni materiali o fisici causati dalla cattiva manutenzione, che restano in carico ai privati. Il risultato? Una zona grigia giuridica, dove l’effettivo utilizzo pubblico non corrisponde necessariamente a una presa in carico formale da parte del Comune, ma allo stesso tempo non solleva l’Amministrazione da ogni responsabilità. Anche perché, come evidenziano diverse pronunce, in caso di infortunio di un cittadino, il Comune potrebbe essere chiamato a rispondere in sede civile per danni, laddove non abbia agito per prevenire situazioni di pericolo in aree da lui di fatto “rese pubbliche”. La Lega, nel suo post, sembra voler aprire un confronto istituzionale e politico sul tema. “Non vogliamo solo puntare il dito – spiegano – ma invitare l’Amministrazione a chiarire una volta per tutte di chi è la competenza, e se non sia il caso di attivare un piano straordinario per la messa in sicurezza di queste aree”. Un confronto che non può esaurirsi sui social: il rischio concreto è che, nel rimpallo tra Comune e condomìni, a pagare siano i cittadini, tra degrado, pericoli e multe, e senza alcuna certezza su chi debba davvero prendersi cura dei luoghi che percorrono ogni giorno.

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