martedì, Agosto 5, 2025

Cerveteri, mozione di sfiducia ferma a quota otto: il centrodestra si divide, i Moderati dettano le condizioni

Il clima politico si fa sempre più incandescente a Palazzo del Granarone, dove prosegue il braccio di ferro sulla seconda mozione di sfiducia alla sindaca Elena Gubetti. Un documento che, almeno per ora, resta fermo a otto firme, tutte provenienti dai banchi dell’opposizione. Troppo poche per far cadere l’amministrazione. Ne servono almeno tredici. Ma il dato più interessante non è solo numerico. A pesare sono le assenze eccellenti, prima fra tutte quella di Nicolò Accardo, consigliere comunale e volto di Noi Moderati, che ha deciso – per ora – di non apporre la propria firma alla mozione. Una posizione che il diretto interessato ha spiegato in una recente intervista a BaraondaNews, dove ha parlato di una procedura “rovesciata”. Secondo Accardo, il processo avrebbe dovuto prendere avvio dai consiglieri fuoriusciti dalla maggioranza, e non dall’opposizione, per coerenza politica e trasparenza nei confronti degli elettori. “Firmare ora significherebbe offrire ai ‘cesaricidi’ la possibilità di sfilarsi senza esporsi”, ha dichiarato. L’esponente centrista ha inoltre espresso preoccupazione per l’eventuale caduta della giunta, che a suo dire potrebbe aprire la strada a una campagna elettorale confusa, con “cinque, sei, forse sette aspiranti sindaci”, ma nessuna visione comune. Parole che hanno scatenato forti reazioni nel fronte dell’opposizione, che vede in Accardo l’ago della bilancia per arrivare al quorum necessario e far partire il conto alla rovescia per nuove elezioni. Non sono mancate, sui social, critiche da parte dell’elettorato del centrodestra, che chiede chiarezza e compattezza. A tentare di ricucire lo strappo – o forse di esercitare una pressione più diretta – è intervenuto Marco Di Stefano, segretario regionale di Noi Moderati. In un’intervista a un’altra testata locale, Di Stefano ha chiarito la posizione ufficiale del partito: «Se ci sarà una mozione firmata dagli otto consiglieri d’opposizione e dai quattro ex maggioranza, allora il partito chiederà ad Accardo di firmarla immediatamente». Una condizione chiara e inequivocabile, che sposta ora il focus sui quattro consiglieri fuoriusciti dalla maggioranza, al momento silenti sul tema. Se quei nomi comparissero sulla mozione, il castello potrebbe davvero iniziare a scricchiolare. Ma senza un fronte compatto, ogni scenario resta aperto. In bilico tra calcoli politici, prudenza istituzionale e ambizioni personali, la sfiducia alla Gubetti si conferma più una partita a scacchi che una crociata politica. E intanto, la città resta spettatrice di un confronto che, a tratti, somiglia più a un risiko che a un dibattito sul futuro di Cerveteri.

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