Sicurezza, mobilità e attrattività turistica: tre parole chiave che dovrebbero costituire l’ossatura di ogni strategia di sviluppo per una località costiera. Tre ambiti che dovrebbero viaggiare di pari passo, soprattutto in una città che ambisce a valorizzare il proprio patrimonio naturale e paesaggistico, rendendolo motore di crescita e di occupazione. Ma se si guarda a quanto sta accadendo sul lungomare di Ardea in questi giorni, il quadro è tutt’altro che coerente con tali ambizioni. Un caso su tutti, quello di via Bergamo, dove un’area pubblica normalmente destinata alla sosta dei bagnanti è stata occupata per settimane da un evento itinerante. Una scelta che, pur con intenti culturali e ricreativi, ha avuto ricadute immediate e pesanti sulla vivibilità della zona. Il parcheggio, infatti, rappresentava uno dei pochi spazi regolati di sosta a pochi passi dal mare. Privarne i cittadini in piena stagione balneare, senza prevedere alternative o soluzioni compensative, ha significato spingere decine di automobilisti a posteggiare lungo la carreggiata. La conseguenza? Decine di multe elevate dalla polizia locale. Solo nella giornata di domenica, si parla di oltre cinquanta sanzioni in poche ore. Formalmente corrette, certo. Ma umanamente discutibili. «Le regole vanno rispettate» – si affrettano a sottolineare dagli uffici comunali. Vero. Ma come possono rispettarle i turisti e i residenti se non vengono messi in condizione di farlo? Dove avrebbero dovuto lasciare l’auto le famiglie con bambini, i disabili, gli anziani diretti in spiaggia? Non è solo una questione di multe. È una questione di visione. La gestione degli spazi urbani, specie in contesti a vocazione turistica, richiede pianificazione, ascolto e buon senso. E quello che è successo in via Bergamo è l’esatto contrario. Una scelta calata dall’alto, senza informazione preventiva, senza servizi alternativi, senza rispetto per chi il territorio lo vive ogni giorno. E mentre la municipale sorveglia l’area ormai interdetta alla sosta, altre zone del litorale restano abbandonate a sé stesse, teatro di atti vandalici, furti su auto, vetri infranti e oggetti razziati. I cittadini denunciano, ma i controlli scarseggiano. E cresce la sensazione che l’ordine pubblico venga garantito a geometria variabile, più attento a fare cassa che a proteggere. Il Comune di Ardea ha ancora il tempo per correggere la rotta. Ma se davvero vuole fare del turismo un volano per l’economia locale, non potrà farlo solo con eventi e iniziative. Dovrà garantire prima di tutto servizi efficienti, sicurezza diffusa e una mobilità intelligente. E, soprattutto, dovrà offrire ai visitatori qualcosa di tanto semplice quanto fondamentale: rispetto e buon senso.






