Si aggrava la posizione giudiziaria di Nors Manlapaz, madre di Mark Antony Samson, il 23enne di origine filippina reo confesso dell’omicidio di Ilaria Sula, la studentessa di appena 22 anni uccisa a Roma lo scorso maggio. Il giudice per le indagini preliminari di Roma, Antonella Minunni, ha firmato il decreto di giudizio immediato nei confronti della donna, che dovrà comparire in aula il prossimo 10 dicembre di fronte al tribunale capitolino in composizione monocratica. L’accusa a carico della madre è pesante: concorso nell’occultamento di cadavere, aggravato dal nesso teleologico, ovvero per aver agito con lo scopo di agevolare o occultare il reato commesso dal figlio, che aveva appena assassinato la giovane vittima.
Le accuse e la dinamica
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, coordinati dalla Procura di Roma, Manlapaz avrebbe aiutato il figlio nelle ore immediatamente successive all’omicidio. Non solo non avrebbe denunciato il crimine, ma avrebbe contribuito attivamente a nascondere il corpo della ragazza, cercando di cancellare le tracce e ritardare l’individuazione della responsabilità penale di Mark Antony. Il nesso teleologico contestato dal gip è un’aggravante non secondaria, in quanto indica una volontà precisa di interferire nell’iter giudiziario per proteggere l’autore del delitto. Elementi raccolti dai carabinieri nel corso delle indagini, tra cui messaggi, intercettazioni e testimonianze, avrebbero delineato un coinvolgimento attivo e consapevole da parte della madre, al punto da rendere superflua la fase dell’udienza preliminare.
Possibile richiesta di rito alternativo
Secondo fonti vicine alla difesa, la donna – attualmente detenuta – potrebbe optare per un rito alternativo, verosimilmente il patteggiamento, nel tentativo di ottenere uno sconto di pena. Una decisione che spetterà al suo avvocato nei prossimi mesi, alla luce del quadro accusatorio emerso e dei margini limitati di manovra dopo la decisione del giudice. Nel frattempo, pochi giorni fa, era stato disposto il giudizio immediato anche per il figlio, Mark Antony Samson, che continua a collaborare con gli inquirenti e ha già ammesso le proprie responsabilità. Il giovane dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Anche in quel caso, si valuta l’ipotesi del rito abbreviato.
L’omicidio e il contesto
Il brutale omicidio di Ilaria Sula aveva sconvolto l’opinione pubblica. La giovane, studentessa universitaria e impegnata in ambito sociale, era stata uccisa nell’appartamento di Samson, con cui aveva intrecciato un rapporto di amicizia o forse qualcosa di più. Le circostanze esatte del delitto sono ancora oggetto di indagine, ma secondo le prime ricostruzioni, la ragazza sarebbe stata colpita al culmine di una lite, per poi essere abbandonata senza vita in un luogo isolato, con la complicità della madre dell’assassino. Le forze dell’ordine erano giunte alla verità dopo giorni di ricerche, grazie anche a un’incongruenza nella versione fornita da Samson, che aveva inizialmente tentato di depistare le indagini. L’esito dell’autopsia e i rilievi scientifici nell’abitazione hanno permesso di inchiodare madre e figlio alle proprie responsabilità.
Il processo
La prima udienza per Nors Manlapaz è fissata per martedì 10 dicembre. Se non vi saranno richieste di rito alternativo accolte in tempo utile, il dibattimento si aprirà con l’escussione dei testimoni chiave, inclusi i vicini di casa, gli amici di Ilaria e gli investigatori. Anche Samson sarà probabilmente ascoltato, in quanto parte del medesimo contesto accusatorio. Il caso, che ha assunto anche una forte rilevanza mediatica, sarà seguito da vicino dagli organi di stampa e da numerose associazioni per la tutela delle vittime di violenza. La famiglia di Ilaria, distrutta dal dolore, ha più volte espresso il desiderio che sia fatta piena giustizia. E ora, con l’avvio di due procedimenti paralleli, uno per omicidio e uno per concorso nell’occultamento del cadavere, la macchina giudiziaria è pronta a far luce completa sulla tragedia.