È stato fermato dopo settimane di indagini Clinton Husovic, 20 anni, accusato di aver travolto e ucciso Valerio Sibilia, 35 anni, nella notte tra il 24 e il 25 giugno scorsi su viale Kant, nella periferia est della Capitale. Dopo l’incidente, Husovic si era dato alla fuga senza prestare soccorso, abbandonando il veicolo e lasciando il corpo della vittima sull’asfalto. Il giovane è stato rintracciato e bloccato nella serata di ieri nel campo nomadi di via di Salone, dagli agenti del VI Distretto Casilino della Polizia di Stato, con il supporto della Polizia Locale di Roma Capitale. Per lui è scattato il fermo con l’accusa di omicidio stradale aggravato dalla fuga e dalla guida di un veicolo rubato.
Una fuga senza scrupoli
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Husovic era alla guida di una Alfa Romeo Giulietta risultata rubata, a bordo della quale viaggiavano almeno altre due persone. L’auto, lanciata a velocità sostenuta, avrebbe investito violentemente lo scooter su cui si trovava Valerio Sibilia, nei pressi di una curva su viale Kant, in zona Casal de’ Pazzi. L’impatto è stato devastante: il 35enne, che stava rientrando a casa, è morto sul colpo, sbalzato sull’asfalto a diversi metri di distanza dal punto dell’impatto. Dopo lo schianto, i tre occupanti dell’auto sono fuggiti a piedi, lasciando la vettura distrutta e con l’airbag esploso in mezzo alla carreggiata, e Valerio senza vita a terra. Nessuno ha chiamato i soccorsi. A dare l’allarme sono stati alcuni automobilisti di passaggio che hanno trovato lo scenario agghiacciante.
Le indagini
Le indagini sono partite immediatamente, con l’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona e i rilievi sul veicolo abbandonato. Decisivi anche alcuni dettagli lasciati all’interno dell’auto, tra cui tracce biologiche e impronte digitali, che hanno permesso agli investigatori di risalire all’identità del conducente. Dopo oltre tre settimane di accertamenti, Clinton Husovic è stato localizzato e fermato nel campo nomadi di via di Salone, senza opporre resistenza. Gli investigatori stanno ora cercando di identificare anche gli altri due passeggeri dell’Alfa Romeo, che potrebbero rispondere di concorso nell’omicidio stradale e omissione di soccorso.
Il dolore della famiglia
La famiglia di Valerio Sibilia, conosciuto nel quartiere come persona solare e generosa, è ancora sconvolta. La madre e la sorella avevano lanciato appelli pubblici nelle scorse settimane, chiedendo giustizia e invitando i responsabili a costituirsi. «Valerio era un ragazzo buono, lavorava onestamente e non meritava di morire così, abbandonato come un oggetto» avevano detto con la voce rotta dal dolore.
La parola alla magistratura
Il fascicolo è ora nelle mani della magistratura romana, con la Procura che potrebbe richiedere la convalida del fermo e avanzare istanza di custodia cautelare in carcere. Intanto, proseguono gli approfondimenti per stabilire con esattezza la dinamica dell’incidente, verificare la velocità dell’auto al momento dell’impatto e confermare l’identità di tutti i fuggitivi. Il tragico episodio ha riportato all’attenzione il tema della sicurezza stradale e della fuga dopo incidenti gravi, fenomeno purtroppo sempre più frequente nella Capitale. Sul caso è intervenuto anche il sindaco Roberto Gualtieri, che ha espresso vicinanza alla famiglia della vittima e ha auspicato «il massimo rigore nella giustizia per chi ha spezzato una vita e scelto la fuga invece di assumersi le proprie responsabilità».






