A peggiorare un quadro già segnato da sprechi e ricorsi legali, pesa come un macigno l’assenza di una guida politica chiara sul tema dell’inclusione scolastica. La Commissione Servizi alla Persona, organo preposto a trattare le politiche sociali e scolastiche, non si riunisce da oltre dodici mesi. Una stasi istituzionale che ha bloccato sul nascere ogni possibile evoluzione normativa o correttivo. Il nuovo regolamento OEPAC, strumento ritenuto essenziale per ridefinire i criteri di accesso e garantire un servizio più equo e stabile, è già stato redatto ma da mesi attende l’approvazione del Consiglio comunale. Intanto, a pagare le conseguenze di questa incertezza sono soprattutto le famiglie con figli disabili, costrette a ricorrere ai tribunali per vedere riconosciuti diritti basilari. «Pagano le famiglie e i bambini. E questo non è più accettabile» ha denunciato Niko Martinelli, capogruppo di Ardea Domani. «Serve coraggio, una visione chiara, e una politica che metta davvero al centro i diritti e il futuro dei più fragili. Invece assistiamo a un immobilismo sconcertante, frutto di logiche di potere che nulla hanno a che fare con il bene comune». Secondo fonti consiliari, le tensioni interne alla maggioranza avrebbero di fatto paralizzato i lavori della Commissione, impedendo qualsiasi confronto costruttivo su una delle questioni più urgenti del territorio. «Non si riesce nemmeno a convocare una seduta», spiegano dai banchi dell’opposizione. «Siamo davanti a una politica che abdica alla sua funzione e lascia soli proprio coloro che più avrebbero bisogno di essere ascoltati». Il mancato varo del regolamento OEPAC rappresenta l’ennesima occasione persa per strutturare un sistema di assistenza scolastica stabile e trasparente, che eviti nuovi contenziosi e garantisca pari opportunità a tutti gli studenti. Nel frattempo, come emerso nella Commissione Trasparenza, il Comune ha speso oltre 150mila euro in spese legali per contrastare i ricorsi dei genitori, anziché investire in soluzioni concrete. Il risultato è un territorio in affanno, con una scuola che arranca e una cittadinanza sempre più sfiduciata. «L’inclusione non può dipendere dall’umore di una maggioranza – ha aggiunto Martinelli – e neppure dai tribunali. Deve essere una priorità politica. E ad Ardea, al momento, non lo è».