Da due giorni proseguono gli scontri a fuoco tra soldati thailandesi e cambogiani in una zona di confine contesa tra i due Paesi asiatici che hanno ridotto le loro relazioni diplomatiche, a seguito di una disputa in rapida escalation che si inserisce in una lunga storia di rivalità tra Thailandia e Cambogia, riaccesa con particolare intensità da maggio. Alcuni video registrati dal lato thailandese mostrano persone fuggire dalle loro case e nascondersi in bunker mentre si sentono esplosioni. Gli scontri sono scoppiati in una zona dove sorge l’antico tempio di Prasat Ta Muen Thom, lungo il confine. All’alba di venerdì, un comunicato dell’esercito thailandese dice che “le forze cambogiane hanno condotto un bombardamento sostenuto utilizzando armi pesanti, artiglieria da campagna e sistemi missilistici BM-21”. E poi: “Le forze thailandesi hanno risposto con un fuoco di supporto adeguato alla situazione tattica. Tra i due Paesi accuse reciproche di aver dato inizio alle ostilità. Secondo Bangkok, almeno 15 persone – in gran parte civili – sono rimaste uccise nei bombardamenti delle forze cambogiane. Il bilancio fino a ieri conta anche 24 civili e 7 militari feriti. In Cambogia si registra almeno un civile ucciso. 14 persone sono rimaste ferite quando è stato colpito un minimarket all’interno di una stazione di servizio a Ban Phue, nella provincia di Sisaket, a circa 20 chilometri dal confine. Altre persone sono morte e alcune sono rimaste ferite quando è stato colpito il villaggio di Kab Choeng, nella provincia di Surin. La Reuters riferisce che la Thailandia sta chiudendo tutti i valichi di confine con la Cambogia, mentre l’esercito thailandese ha condannato su X quello che ha definito “un attacco mirato ai civili”, quindi ha riferito di aver dispiegato caccia F-16 e di aver distrutto due installazioni militari cambogiane. In un comunicato, il ministero della Difesa cambogiano ha denunciato “una brutale, barbara e violenta aggressione militare da parte della Thailandia”, aggiungendo che le azioni della Thailandia violano il diritto internazionale e “rappresentano un pericolo estremo non solo per la pace e la stabilità regionale, ma anche per l’ordine internazionale basato sulle regole”. “Forte preoccupazione” da Pechino per l’escalation tra i due Paesi che sono “amici della Cina e membri importanti dell’Asean”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Guo Jiakun, insistendo sulla necessità di “gestire in modo adeguato le divergenze”. “Siamo molto preoccupati per gli sviluppi e auspichiamo entrambe le parti affrontino i problemi tramite dialogo e consultazioni”, ha aggiunto, confermando che il gigante asiatico “svolgerà un ruolo costruttivo per promuovere la de-escalation”. Il primo ministro cambogiano Hun Manet ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di convocare una “riunione urgente”. “Considerando le recenti gravissime aggressioni da parte della Thailandia, che hanno minacciato la pace e la stabilità nella regione, vi chiedo vivamente di convocare una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza”, ha scritto Hun Manet in una lettera indirizzata al presidente in carica del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite Asim Iftikhar Ahmad. Il ministero degli Affari esteri cambogiano ha accusato la Thailandia di aver lanciato “un’aggressione militare non provocata”.
Scontri a fuoco al confine tra Thailandia e Cambogia. Almeno 16 morti e 100mila evacuati
