venerdì, Agosto 1, 2025

Wafa: Israele arresta il Gran Muftì di Gerusalemme. Macron: Francia riconoscerà Stato di Palestina

L’agenzia di stampa palestinese Wafa riporta che le forze israeliane hanno arrestato oggi il Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, il predicatore della moschea di Al-Aqsa sceicco Mohammad Hussein, all’interno dei cortili della moschea nella Gerusalemme occupata. Lo rende noto il Dipartimento per le dotazioni islamiche, secondo cui lo sceicco Muhammad Hussein è stato arrestato dopo la preghiera del venerdì ed è stato portato alla Porta Mughrabi della Città Vecchia di Gerusalemme. “Il governo federale tedesco non ha intenzione di riconoscere uno Stato palestinese nel breve termine”: è quanto ha dichiarato il portavoce del governo Stefan Kornelius nel corso di un confronto online con la stampa. La Germania non seguirà la Francia nel riconoscimento dello Stato di Palestina, lo si legge in un comunicato diffuso dal Governo federale. Ad avviso di Berlino solo una soluzione “negoziata” tra le due parti può determinare “pace e sicurezza per israeliani e palestinesi”. Ecco perché Berlino “non ha intenzione di riconoscere uno Stato palestinese nel breve termine”. Il governo tedesco continuerà comunque a fare pressioni “per una tregua” affinché gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, che “dev’essere disarmata”, possano essere liberati. In secondo luogo, occorre “migliorare la “catastrofica situazione umanitaria a Gaza”, in particolare Israele “deve fornire alla popolazione civile l’assistenza urgente e necessaria”. In terzo luogo, è necessario definire “una prospettiva politica sostenibile per la Striscia” e, infine, va evitato qualsiasi passo ulteriore per “l’annessione della Cisgiordania”. Su tutto questo, il governo tedesco è d’accordo con Francia e Regno Unito come pure con gli altri partner nella regione, “a prescindere dalle ben note divergenze di opinione sulla questione di quale sia il momento giusto per il riconoscimento”. “Il riconoscimento della Francia è una vittoria per la causa palestinese, che riflette il suo impegno sincero nel sostenere il popolo palestinese e i suoi legittimi diritti alla  terra e alla patria, in conformità con il diritto internazionale e la  legittimità riconosciuta”. Così, in una dichiarazione, il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, accoglie con favore la  decisione del presidente francese Emmanuel Macron di riconoscere  ufficialmente lo Stato di Palestina durante la prossima sessione  dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre. Abbas esprime profondo apprezzamento per il coraggioso passo compiuto da Parigi, che contribuirà in modo significativo al raggiungimento della pace basata  sulla soluzione dei due Stati, in linea con la legittimità e il  diritto internazionale. Nella sua dichiarazione, Abu Mazen esprime inoltre gratitudine nei  confronti dell’Arabia Saudita per i suoi sforzi e la sua ferma  posizione, guidata dal Custode delle Due Sacre Moschee, Re Salman bin  Abdulaziz, e dal Principe Ereditario e Primo Ministro Mohammed bin  Salman, riferisce l’agenzia di stampa Wafa. Il capo dell’Anp  attribuisce alla loro leadership il ruolo chiave nel favorire la  decisione della Francia di riconoscere lo Stato di Palestina,  sottolineando che il riconoscimento da parte della Francia è una  testimonianza del ruolo dei paesi che credono nella soluzione dei due  Stati e si impegnano a salvarla, soprattutto alla luce dei tentativi  sistematici di Israele di indebolirla, in particolare attraverso la  guerra di genocidio in corso a Gaza. I Paesi del Golfo accolgono con favore il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della Francia. In particolare Arabia Saudita, Qatar e Kuwait hanno accolto con favore la decisione del presidente francese Emmanuel Macron di riconoscere lo Stato di Palestina, invitando gli altri Paesi a fare altrettanto. “Il Regno accoglie con favore questa decisione storica, che riafferma il consenso della comunità internazionale sul diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e all’istituzione di uno Stato indipendente sui confini del 1967”, ha ad esempio dichiarato il ministero degli Esteri saudita in una nota.

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