È stato individuato e fermato nella tarda serata di ieri a Ladispoli il presunto autore dei due incendi che, poche ore prima, avevano colpito due auto della polizia in pieno centro a Roma. Si tratta di un cittadino italiano, la cui identità non è stata ancora resa nota, individuato grazie a un’attività investigativa fulminea condotta dalla Digos in stretta collaborazione con gli uomini della Questura capitolina. Gli episodi, entrambi verificatisi nella serata di ieri, hanno destato forte preoccupazione negli ambienti istituzionali e tra le forze dell’ordine. Il primo incendio ha interessato una volante della polizia parcheggiata proprio davanti al commissariato Viminale, a pochi passi dal cuore operativo del Ministero dell’Interno. Il secondo rogo, avvenuto a distanza di poco tempo, ha coinvolto un’altra vettura di servizio, anch’essa regolarmente in sosta, questa volta davanti al Ministero della Giustizia, lungo via Arenula. In entrambi i casi, le fiamme sono state domate rapidamente grazie all’intervento tempestivo dei vigili del fuoco e degli stessi agenti presenti in zona. Fortunatamente, non si sono registrati feriti, ma i due veicoli hanno riportato danni non trascurabili, soprattutto nella parte anteriore e nel vano motore, segno che i roghi sono stati innescati con l’intento preciso di arrecare danni. Il presunto responsabile è stato rintracciato in meno di 24 ore grazie alla fitta rete di controlli che la polizia porta avanti quotidianamente non solo nella Capitale, ma anche nell’area metropolitana, con pattugliamenti delle Volanti e l’ausilio delle autoradio dei commissariati. È proprio durante uno di questi controlli che gli agenti della Digos sono riusciti a localizzare l’uomo a Ladispoli, sul litorale romano, dove si era rifugiato presumibilmente per far perdere le proprie tracce. Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, sono ancora in corso e si concentrano ora sul movente che ha spinto l’uomo a compiere un gesto così eclatante. Non è escluso che possa trattarsi di un’azione dimostrativa o di un gesto isolato legato a problematiche personali. Gli investigatori stanno passando al vaglio eventuali precedenti dell’uomo e analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza installate nelle aree interessate dagli incendi. Durissima la reazione dei sindacati di polizia, che in una nota congiunta parlano di “atto gravissimo e inquietante” contro le istituzioni e chiedono un rafforzamento immediato dei presidi di sicurezza, in particolare nelle ore notturne. “Chi colpisce le divise – si legge nel comunicato – colpisce lo Stato. Servono mezzi, uomini e controlli più capillari per garantire la sicurezza di chi ogni giorno rischia la vita per difendere la legalità”. Il caso ha sollevato un’ondata di sdegno anche nel mondo politico, con esponenti della maggioranza e dell’opposizione che chiedono chiarezza e condanne esemplari. Nel frattempo, le forze dell’ordine restano in stato di allerta, consapevoli che, pur senza conseguenze tragiche, l’episodio rappresenta un campanello d’allarme su cui è necessario mantenere alta l’attenzione.






