Si è spento nel sonno, con discrezione, così come era solito lasciare la scena dopo averla accesa per decenni: Enrico Lucherini, il primo e più celebre “press agent” del cinema italiano, è morto a Roma all’età di 92 anni. Avrebbe compiuto 93 anni l’8 agosto. A dare la notizia è stato Gianluca Pignatelli, suo allievo, socio e amico, che ha commentato con commozione: “Siamo qui a piangerlo. Si è spento nel sonno e con tutto il nostro affetto”. Lucherini è stato molto più di un addetto stampa: ha letteralmente inventato un mestiere in Italia, trasformando la comunicazione cinematografica in un’arte fatta di intuito, creatività e una buona dose di geniale ironia. Il suo esordio nel mondo dello spettacolo avvenne come attore, ma fu nel dietro le quinte che trovò la sua vera vocazione. Il primo film a cui lavorò come press agent fu “La notte brava” di Mauro Bolognini nel 1959, da lì in poi la sua carriera fu un susseguirsi di successi, collaborazioni prestigiose e intuizioni mediatiche che hanno segnato un’epoca. Negli anni ’60 e ’70 Lucherini divenne l’uomo più corteggiato del cinema italiano, capace di costruire l’immagine pubblica delle star, ma anche di inventare vere e proprie campagne promozionali ante litteram. Sophia Loren, Claudia Cardinale, Monica Vitti, Virna Lisi: sono solo alcune delle grandi dive che si affidarono alla sua guida comunicativa. Famosi – e spesso imitati – i “finti scandali” con cui Lucherini sapeva attrarre l’attenzione dei media e del pubblico. “Lucherinate”, come vennero poi definite con ironia e ammirazione, erano le trovate capaci di trasformare un film in un evento, un attore in un fenomeno. Tra i casi più noti, la love story inventata tra Florinda Bolkan e Richard Burton, che fece parlare di sé più del film stesso. Dotato di un’arguzia pungente e una memoria prodigiosa, Lucherini era anche noto per le sue battute fulminanti e i soprannomi affettuosamente irriverenti dati a volti celebri del cinema e della TV. Il suo racconto della dolce vita romana e del dietro le quinte dello spettacolo è stato spesso protagonista di libri e documentari, come il film autobiografico “Ne ho fatte di tutti i colori”, titolo che ben riassume il suo approccio alla vita e alla professione. Con la scomparsa di Enrico Lucherini si chiude un capitolo irripetibile dello spettacolo italiano, quello dove l’arte di comunicare sapeva farsi spettacolo essa stessa. Ma il suo stile inconfondibile, il suo spirito e la sua eredità professionale sopravvivono in chiunque oggi, in Italia, si occupi di cinema, comunicazione e immagine. Ciao Enrico, che il sipario si chiuda con un ultimo applauso.
Addio a Enrico Lucherini, il press agent dei divi: era il genio della comunicazione del cinema italiano
