mercoledì, Luglio 30, 2025

Dopo la Francia, il Regno Unito: “Sì allo Stato di Palestina”. I morti sono oltre 60mila

Il Regno Unito riconoscerà lo Stato palestinese a settembre, prima dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.  Lo ha dichiarato il premier di Londra, Keir Starmer, al termine della riunione di emergenza del governo sulla situazione nella Striscia di Gaza. “A meno che il governo israeliano non adotti misure concrete per mettere fine alla terribile situazione a Gaza, raggiunga un cessate-il-fuoco, chiarisca che non ci sarà alcuna annessione in Cisgiordania e si impegni in un processo di pace a lungo termine che porti a una soluzione a due stati”, ha proseguito il primo ministro britannico. Starmer ha ribadito che non c’è equivalenza tra Israele e Hamas e che le richieste del Regno Unito nei confronti del movimento integralista islamico restano invariate: devono rilasciare tutti gli ostaggi, firmare un cessate-il-fuoco, accettare di non avere alcun ruolo nel governo di Gaza e dintorni.Con la proposta di sospendere parzialmente la partecipazione di Israele al programma Horizon Europe, la Commissione europea chiede al Parlamento europeo e al Consiglio europeo di bloccare l’accesso alle imprese e ai centri di ricerca israeliani che si candidano per i fondi a disposizione per loro dallo strumento dell’acceleratore del Consiglio europeo per l’innovazione. Questi fondi hanno stanziato per il periodo 2021-2027 del bilancio europeo 200 milioni di euro per finanziare la ricerca e lo sviluppo di strumenti per l’uso duplice sia per l’ambito civile e sia per quello militare. Gli investimenti erano destinati allo sviluppo di applicazioni nel campo dell’intelligenza artificiale, della cybersicurezza e dei droni. Dall’inizio di Horizon Europe nel 2021, Israele ha beneficiato di poco più di 900 milioni di euro grazie al programma Horizon Europe. Dei 200 milioni stanziati attraverso l’acceleratore 135 milioni erano sotto forma di sovvenzioni e circa 65 milioni sotto forma di investimenti azionari. La proposta della Commissione non intacca al finanziamento della ricerca tramite le altre azioni del Consiglio europeo della Ricerca, il sostegno ai post-dottorati attraverso le azioni Marie Curie, o la ricerca collaborativa, dove le imprese e i centri di ricerca si uniscono a entità europee per realizzare progetti di ricerca applicata. La proposta è formulata in base all’articolo 79 dell’accordo di associazione Ue-Israele, che delinea le procedure per affrontare le violazioni dell’accordo, inclusa la possibilità di adottare “misure appropriate”. Queste misure possono includere azioni di natura commerciale e, in casi di “particolare urgenza”, possono essere adottate immediatamente senza previa consultazione del Consiglio di associazione. Nell’adottare l’iniziativa la Commissione europea ha tenuto conto del rispetto di sei condizioni dell’accordo sugli aiuti umanitari che l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, ha concluso col governo israeliano. Bruxelles si aspetta che Israele mostri “un’evoluzione positiva” sulla base dell’impegno da parte di Israele di permettere l’ingresso a Gaza di almeno 160 camion carichi di aiuti umanitari – che prima del 7 ottobre 2023 erano oltre 2.000 – e la fornitura di almeno 200mila litri al giorno di carburante. Israele deve impegnarsi anche sull’apertura di almeno due altri valichi di frontiera, sulla costruzione di punti per la distribuzione per l’acqua, sull’aumento della presenza di operatori umanitaria nella Striscia di Gaza, sulla fornitura di energia elettrica e sul funzionamento dell’impianto di desalinizzazione dell’acqua a sud di Gaza.

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