mercoledì, Luglio 30, 2025

Kaufmann. La difesa rinuncia al ricorso al Tribunale del Riesame

Nessun ricorso al Tribunale del Riesame. La difesa di Francis Kaufmann, il 46enne americano accusato del duplice omicidio della figlia Andromeda e della madre della bambina, Anastasia Trofimova, ha deciso di non impugnare la misura cautelare disposta nei suoi confronti. Kaufmann resta dunque detenuto nel carcere di Rebibbia, dove è rinchiuso da alcune settimane dopo essere stato estradato dalla Grecia su mandato della procura di Roma. La scelta degli avvocati di non presentare istanza di scarcerazione rafforza la convinzione degli inquirenti che l’impianto accusatorio sia ritenuto solido e fondato, in attesa di ulteriori riscontri tecnici.

Un caso che ha scosso Roma
Il 7 giugno scorso, i corpi senza vita di Anastasia e della piccola Andromeda, di appena due anni, vennero trovati tra i cespugli del parco di Villa Pamphili, uno dei polmoni verdi della capitale. Un passante scoprì la scena e diede l’allarme. L’intera area venne transennata e affidata ai rilievi della Scientifica. Pochi giorni dopo, le indagini condussero a Kaufmann, ex compagno di Anastasia e presunto padre della bambina, che fu rintracciato e arrestato in Grecia.

La conferma del Dna e le nuove indagini
La paternità biologica di Andromeda è stata confermata nelle scorse settimane da un test del Dna disposto dalla procura e analizzato presso i laboratori del RIS. L’esito ha fornito un ulteriore tassello accusatorio nei confronti di Kaufmann, che al momento è indagato per duplice omicidio aggravato. Sul fronte investigativo, il pubblico ministero Antonio Verdi e il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini sono in attesa dei risultati degli esami istologici effettuati sul corpo di Anastasia Trofimova, per chiarire in modo definitivo le cause della morte. L’autopsia, eseguita presso l’Istituto di Medicina Legale dell’Università Cattolica, ha sollevato il sospetto che la donna possa essere stata soffocata, ma solo le analisi microscopiche sui tessuti potranno fornire una conferma scientifica.

L’identikit della vittima e la pista investigativa
Anastasia Trofimova, 34 anni, era originaria di Omsk, in Siberia. A Roma viveva da diversi anni, lavorando saltuariamente come mediatrice linguistica. Chi la conosceva la descriveva come una madre attenta e discreta, profondamente legata alla sua bambina. Il rapporto con Kaufmann era da tempo interrotto e, secondo quanto trapelato dalle indagini, vi erano stati in passato conflitti legati alla paternità e alla gestione della figlia. La ricostruzione degli investigatori – basata su testimonianze, telecamere e tracciamenti telefonici – suggerisce che Kaufmann possa aver preparato l’incontro con Anastasia e la figlia nei giorni precedenti all’omicidio, approfittando di un contatto apparentemente conciliatore. Dopo l’efferato delitto, sarebbe fuggito dalla città, riuscendo a varcare il confine italiano e rifugiarsi in Grecia, dove è stato arrestato grazie a un mandato di cattura europeo.

Le prossime tappe dell’inchiesta
Con la rinuncia al Riesame, l’attenzione della procura si concentra ora sull’attività istruttoria, in particolare sull’analisi di alcune tracce ematiche e biologiche rinvenute su vestiti e oggetti sequestrati nell’abitazione romana in cui l’uomo aveva soggiornato poco prima del crimine. Non si esclude che, nelle prossime settimane, venga disposta una nuova perizia psichiatrica sul 46enne, che – secondo alcune fonti investigative – avrebbe già manifestato comportamenti borderline in passato. Un aspetto che potrebbe incidere sul quadro processuale ma non sul giudizio di colpevolezza, qualora venisse confermato il movente e la dinamica dell’omicidio. Nel frattempo, Roma resta sotto shock per un delitto che ha spezzato due vite e sollevato ancora una volta interrogativi drammatici sul tema della violenza intrafamiliare e delle fragilità nelle relazioni.

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