Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha lanciato un nuovo avvertimento alla Russia, annunciando che, allo scadere dell’ultimatum di 10 giorni da lui fissato per una soluzione negoziata del conflitto in Ucraina, Washington potrebbe imporre dure misure punitive contro Mosca. L’annuncio è arrivato in volo sull’Air Force One, durante il rientro da Turnberry, in Scozia, dove il leader americano ha preso parte a una serie di colloqui internazionali ad alta tensione. «Potremmo introdurre sanzioni, dazi, o altre misure», ha dichiarato Trump ai giornalisti, lasciando intendere che il pacchetto di risposte sia ancora in fase di definizione ma sarà “immediato e senza precedenti” se il Cremlino non farà passi concreti verso un cessate il fuoco. In particolare, ha evocato la possibilità di dazi secondari del 100% sull’importazione di beni russi, colpendo indirettamente anche i Paesi partner commerciali di Mosca. Alla domanda su eventuali ripercussioni sul mercato globale del petrolio, Trump ha risposto secco: «Potrebbero esserci o no. Ma non mi preoccupa». Una posizione che conferma la linea dura dell’amministrazione americana nei confronti della Russia, anche a costo di provocare scossoni economici a livello internazionale. Nel frattempo, il fronte ucraino vive ore di fuoco. Secondo quanto riferisce il Comando dell’Aeronautica Militare ucraina, nella notte droni e missili russi hanno colpito numerose regioni del Paese, tra cui Kiev, Poltava, Sumy, Kharkiv, Chernihiv, Donetsk, Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia e Kirovohrad. Le autorità locali hanno lanciato un allarme aereo generalizzato, invitando la popolazione a rifugiarsi nei shelter sotterranei. Tra gli episodi più gravi, un attacco missilistico contro un campo di addestramento militare ha provocato la morte di tre soldati ucraini e il ferimento di altri 18, come comunicato dallo Stato Maggiore su Facebook. Non è stata resa nota la località precisa dell’attacco, probabilmente per ragioni di sicurezza. Più pesante il bilancio tra i civili, con almeno 25 morti e oltre 70 feriti in una raffica di raid notturni. Uno dei bersagli più colpiti è stato un penitenziario nella regione di Zaporizhia, dove 15 detenuti hanno perso la vita. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito l’attacco alla prigione «deliberato e intenzionale», accusando Mosca di crimini di guerra. Il Cremlino, attraverso il portavoce Dmitrij Peskov, ha smentito le accuse, sostenendo che le forze armate russe «hanno colpito esclusivamente infrastrutture militari o obiettivi a esse collegati», rigettando ogni responsabilità per le vittime civili. L’intensificarsi delle operazioni militari sembra smentire qualsiasi ipotesi di disgelo imminente, e i toni di Trump rischiano di esasperare ulteriormente una crisi già al limite. Dietro le quinte, diplomatici europei e americani tentano di mantenere canali di comunicazione aperti, mentre Kiev continua a chiedere armi, difesa aerea e supporto economico. La partita ora si gioca anche sul piano commerciale e politico internazionale, con l’ultimatum di Trump che segna un nuovo punto di svolta: dieci giorni di tempo per un cessate il fuoco. Poi, secondo il presidente Usa, scatterà la reazione. E sarà dura.
Missili e droni sull’Ucraina, ancora una notte di attacchi. Trump: “La Russia ha 10 giorni, poi sanzioni”
