mercoledì, Luglio 30, 2025

Turisti ebrei aggrediti in autogrill, inchiesta per percosse e odio razziale

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo contro ignoti per percosse aggravate dall’odio razziale nella vicenda della famiglia francese di fede ebraica, padre e figlio di 6 anni, che sarebbero stati insultati e anche aggrediti all’ingresso dei bagni dell’area di sosta ‘Villoresi’ lungo la A8 Milano-Laghi. Il procuratore aggiunto a capo dell’antiterrorismo, Eugenio Fusco, ha ricevuto una prima informativa dalla Digos di Milano sui fatti avvenuti domenica sera intorno alle 22 nell’autogrill. L’uomo francese ha presentato una denuncia a una volante delle polizia intervenuta sul posto, ma non si è fatto refertare le ferite ed è per questo motivo che l’indagine non contesta le lesioni, procedibili solo a querela. Al momento gli investigatori stanno ricostruendo le fasi dell’aggressione in due momenti: al primo piano dell’autogrill, la scena immortalata anche dal video, girato con lo smartphone dalla vittima, in cui si vede un gruppo di persone aggredire verbalmente e insultare la famiglia con urla come “Assassini”. Una seconda al piano interrato, dove sono presenti i servizi igienici, in cui l’uomo avrebbe detto di essere stato colpito e di essere caduto a terra. Non ci sarebbero immagini della videosorveglianza e l’unico testimone, un addetto alle pulizie, avrebbe sentito le urla ma non visto le violenze perché occupato a lavare uno dei bagni. Gli inquirenti puntano a risalire all’identità degli aggressori attraverso i video e le analisi delle targhe delle auto parcheggiate nell’area di sosta. “Sono contento che la giustizia italiana abbia aperto un’inchiesta e spero che trovino i colpevoli e che si arrivi a un processo, come è giusto che sia”. Così al Tg1 Elia, l’ebreo francese aggredito domenica insieme al figlio di 6 anni in un autogrill di Lainate, nel milanese. Rientrato a lavoro nel suo negozio di Parigi Elia racconta al corrispondente della Rai, Gennaro Sangiuliano, i tragici momenti dell’aggressione: “Mi hanno atteso all’uscita della toilette, mi hanno levato le mani contro, sono caduto per terra e hanno approfittato per colpirmi con i calci”. “Ho ricevuto moltissimi messaggi d’odio antisemiti – ha aggiunto Elia – messaggi in cui si diceva che avrei dovuto avere un numero tatuato sul braccio. Anche in Francia ci sono molti atti antisemiti, soprattutto durante le manifestazioni che loro chiamano manifestazioni di sostegno alla Palestina”. Infine Elia ha espresso la volontà di voler ritornare in Italia: “Sì, tornerò in Italia con orgoglio”. “Io stavo passando con il mio carrello delle pulizie nel corridoio delle toilette quando mi sono trovato bloccato da un muro di gente che urlava, si spintonavano, c’era quest’uomo in mezzo e accanto a lui il bambino silenzioso, sembrava scioccato”.  È il racconto dell’addetto alle pulizie nell’autogrill Villoresi Ovest. “Non ho proprio capito come è cominciato tutto, la gente si spingeva – ha aggiunto l’uomo – Non ho visto nessuno alzare le mani, sentivo solo urla e grida, qualcuno che diceva di chiamare la polizia, poi sono tutti saliti sopra e poco dopo la polizia era già arrivata”. “Quello che temo di più è quello che già sta succedendo: un odio legittimato. L’odio ci può essere, purtroppo fa parte dei fenomeni umani, ma quando sento che è legittimato, perdo i freni inibitori”: il rabbino capo di Milano Alfonso Arbib ha parlato così con l’Ansa dell’accaduto. “Purtroppo questa notizia non mi ha sorpreso. Stiamo vivendo un’atmosfera molto pesante di fortissima crescita dell’antisemitismo”, ha aggiunto spiegando che a Milano si verificano “un paio di episodi a settimana”, da aggressioni a scritte nel quartiere ebraico. La Comunità di Sant’Egidio manifesta tutta la sua vicinanza alla famiglia ebrea “che era tranquillamente in viaggio in Italia, aggredita domenica scorsa in modo vergognoso e inaccettabile. La doverosa e necessaria solidarietà nei confronti della popolazione civile a Gaza non ha nulla a che vedere con un demone, quello dell’antisemitismo, che ha attraversato per secoli l’Europa arrivando alle sue estreme conseguenze durante la seconda guerra mondiale. E non può comunque – prosegue la nota della Comunità – costituire un alibi per colpire ingiustamente uomini, donne e bambini solo perché professano un credo religioso. Occorre condannare con forza ogni violenza sia fisica che verbale contro gli ebrei e porre argine ad un antisemitismo che si è risvegliato con forza negli ultimi anni in Italia e in tutto il continente”.

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