È salpato ufficialmente “Velando”, il progetto nazionale di velaterapia promosso dal Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, in collaborazione con la Lega Navale Italiana – ente capofila – la Federazione Italiana Vela e una vasta rete di enti, istituzioni e associazioni impegnate nel mondo della disabilità e dello sport inclusivo. Obiettivo ambizioso e altamente significativo: utilizzare la vela come strumento educativo, terapeutico e sociale per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, favorendo percorsi di crescita personale, autonomia e inclusione relazionale. La prima giornata di formazione, svoltasi oggi, ha rappresentato un importante momento di confronto tra esperti, operatori del settore, istruttori di vela solidale e rappresentanti delle istituzioni. Tra gli interventi più significativi, quelli degli istruttori Edoardo Ricci e Mauro Zecca, portavoce di due esperienze emblematiche della Lega Navale Italiana. Edoardo Ricci ha presentato “LISAIL”, un progetto pionieristico unico nel suo genere in Europa, pensato per rendere la vela accessibile alle persone sorde attraverso la creazione di una Lingua dei Segni Italiana (LIS) specifica per la nautica. Un linguaggio tecnico-gestuale codificato per la conduzione della barca a vela che non solo permette alle persone con sordità di partecipare attivamente alla navigazione, ma promuove anche una nuova cultura dell’accessibilità e dell’inclusione all’interno degli equipaggi. Un’iniziativa che coniuga innovazione comunicativa, autonomia e passione per il mare. A portare un’altra testimonianza di grande impatto è stato Mauro Zecca, istruttore della sezione LNI di Pomezia, che ha raccontato l’esperienza maturata sul territorio in collaborazione con la ASL Roma 6. Dal 2014, infatti, oltre 160 bambini e 60 giovani adulti con disabilità cognitive e relazionali hanno avuto l’opportunità di avvicinarsi al mondo della vela in un contesto terapeutico e formativo. I risultati sono stati sorprendenti: miglioramenti nell’autostima, nella capacità di relazione, nello sviluppo delle abilità sociali e nella gestione delle emozioni. “Il mare – ha spiegato Zecca – con i suoi ritmi, le sue sfide e la sua bellezza, è uno spazio naturale perfetto per educare, motivare e riabilitare”. Il progetto “Velando” si propone ora come modello nazionale, replicabile in altre realtà italiane, grazie alla sinergia tra competenze locali e visione strategica delle istituzioni centrali. Un’iniziativa che dimostra come lo sport possa essere uno straordinario veicolo di inclusione sociale e benessere. Nella giornata di ieri, intanto, si è svolta la seconda sessione di formazione, trasmessa in diretta streaming per permettere la più ampia partecipazione possibile, segno della volontà di costruire una rete aperta e dinamica, in cui nessuno resti a terra. La rotta è tracciata: inclusione, autonomia e solidarietà, sospinte dal vento della vela.
Inclusione a gonfie vele: al via “Velando”, il progetto di velaterapia promosso dal Ministero per le Disabilità
