Bruxelles intende congelare i contro-dazi per un periodo iniziale di sei mesi, a partire dal 4agosto. Lo indicano fonti vicine al dossier, precisando tuttavia che la decisione sarà formalizzata soltanto una volta definito il testo quadro dell’intesa stretta domenica da Ursula von der Leyen e Donald Trump. Se le circostanze lo richiedessero, la durata della sospensione potrebbe essere abbreviata, spiegano le stesse fonti. In caso di no deal, la rappresaglia Ue sarebbe scattata il 7 agosto. Ue e Usa puntano a pubblicare una dichiarazione congiunta non vincolante entro venerdì, ma restano ancora diversi nodi. “Una strategia sbagliata porta a risultati negativi. La Commissione ha scelto di compiacere e lusingare Trump accettando di acquistare piu’ armi e gas – su cui non ha competenza – e tollerando dazi unilaterali. L’Europa esce geopoliticamente indebolita da un accordo raggiunto in appena un’ora su un campo da golf”. Lo scrive su X l’ex Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell. Trump cala la scure sull’India con tariffe al 25%: “Abbiamo un grosso deficit. Sono amici, ma i loro dazi sono tra i più alti e odiosi al mondo. Inoltre, acquistano energia e armi dalla Russia proprio ora mentre tutti vogliono che cessi la guerra in Ucraina”. Tariffe del 50% invece verso il Brasile come punizione per il caso Bolsonaro e anche su “alcune importazioni di rame” per motivi di sicurezza nazionale. E mentre il Pil Usa corre al 3%, il capo della Casa Bianca alza il pressing sulla Fed perché tagli i tassi, ma il governatore Powell fa muro lasciandoli invariati. Il ministro dell’Economia Giorgetti intanto indica nello 0,5% l’impatto dei dazi Usa sul Pil nel 2026 e definisce “prematuro” parlare di misure per contenerne l’effetto sulle imprese. “Oggi alla Casa Bianca siamo molto impegnati a lavorare sugli accordi commerciali. Ho parlato con i leader di molti Paesi, tutti desiderosi di rendere gli Stati Uniti ‘estremamente felici'”: lo scrive su Truth Donald Trump, annunciando incontri con Seul e un accordo col Pakistan. “Incontrerò la delegazione commerciale della Corea del Sud questo pomeriggio. La Corea del Sud applica attualmente una tariffa del 25%, ma ha un’offerta per ridurla. Sono interessato a sapere di cosa si tratta”, ha riferito. “Abbiamo appena concluso un accordo con il Pakistan, in base al quale Pakistan e Stati Uniti collaboreranno per sviluppare le loro enormi riserve di petrolio. Stiamo scegliendo la compagnia petrolifera che guiderà questa partnership. Chissà, forse un giorno venderanno petrolio all’India!”, ha aggiunto. “Allo stesso modo – conclude- altri Paesi stanno avanzando offerte per una riduzione delle tariffe. Tutto ciò contribuirà a ridurre notevolmente il nostro deficit commerciale. Un rapporto completo sarà pubblicato al momento opportuno”. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che impone dal primo agosto dazi globali del 50% sulle importazioni di rame. Secondo il documento distribuito dalla Casa Bianca, il governo degli Stati Uniti ritiene che gli elevati volumi di importazioni di rame rappresentino una minaccia per la sicurezza nazionale e indeboliscano l’industria locale. Il Cile, principale esportatore negli Usa, dovrebbe però essere esentato. “Voglio dire a Trump che i brasiliani e gli americani non si meritano di essere vittime della politica, se la ragione per cui il presidente Trump sta imponendo questa tassa al Brasile è a causa del processo contro l’ex presidente Bolsonaro”. Alla vigilia dell’entrata in vigore dei dazi americani al Brasile, che Donald Trump minaccia al 50% per rappresaglia per il processo per tentato golpe all’ex presidente di estrema destra, suo amico e alleato ideologico, Luiz Inacio Lula da Silvia invia un messaggio al presidente americano, con il quale non ha ancora mai parlato, attraverso una lunga intervista al New York Times. “I brasiliani pagheranno più per altri prodotti, gli americani pagheranno più per altri prodotti, io credo che questo motivo non lo merita – ha continuato il presidente brasiliano – il Brasile ha una costituzione e l’ex presidente è sotto processo con tutti i diritti alla difesa”. Lula ha poi affermato che in questi mesi ha più volte cercato “contatti” con Trump e la Casa Bianca, ma “nessuno vuole parlare”. “Spero che la civiltà ritorni nelle relazioni tra Usa e Brasile, il tono della sua lettera è definitivamente quello di qualcuno che non vuole parlare”, ha aggiunto riferendosi all’annuncio di Trump dei dazi, ribandendo che ha intenzione di difendere l’interesse e la sovranità del Brasile. “Non c’e’ ragione di essere spaventati, sono preoccupato, perché abbiamo interessi economici, politici e tecnologici, ma in nessun momento il Brasile negozierà come un Paese piccolo contro uno grande, il Brasile negozierà da Paese sovrano”, ha detto ancora, sottolineando la necessità di trovare “un terreno comune” nei negoziati. “Questo non può essere ottenuto gridando cose che non si possono ottenere, ma neanche piegando il capo e dicendo ‘amen’ a tutto quello che vogliono gli Usa”, ha continuato. infine Lula ridimensiona anche la grande, spaventata attesa per la scadenza del primo agosto, paragonandolo al ‘baco del millennio’: “Vi ricordate quando dovevamo passare dal 1999 al 2000 e c’era il panico mondiale per il crash dei sistemi dei computer? Non è successo nulla. Non dico che non succederà nulla, ma dico che dobbiamo aspettare il D-Day per saperlo”. “Sui dazi abbiamo mappato una perdita possibile di 22,6 miliardi, serve subito costruire delle compensazioni. La politica industriale dovrà mettere al centro nuovi mercati. L’Europa deve darci dei segnali importanti con un piano straordinario di rilancio dell’industria europea”. Lo dichiara il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, al termine dell’incontro odierno con i sindacati. “Non c’è solo il problema dei dazi ma anche quello della svalutazione dollaro-euro, un peso che molti stanno sottovalutando”, ha spiegato. Sui possibili ristori secondo Orsini “serve parlare di vere politiche industriali. Stiamo presentando delle misure che possono sostenere degli investimenti, sul modello della Zes unica. Quella è la via.”, ha sottolineato. “Per quanto riguarda l’accordo raggiunto, ricordo che tariffa del 15% ricomprende i precedenti dazi di circa il 5%. Le negoziazioni sono ancora in corso per definire aspetti che non saranno di dettaglio ma che ci proponiamo di ricondurre a difesa dei settori e dei prodotti di maggiore rilevanza e strategicità per l’economia italiana”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo al question time alla Camera. “Un ultimo dato, anche il dato di Istat che fa riferimento a un peggioramento della situazione dell’avanzo commerciale italiano in questi primi sei mesi deve essere letto con attenzione e con riferimento alle esportazioni, contrariamente a quello che si può pensare, il confronto del primo semestre 2025 con il primo semestre 2024, evidenzia che le esportazioni verso gli Stati uniti, nonostante questa situazione, si sono incrementate dell’8% nel primo trimestre e quello che sta andando male sono le esportazioni verso l’Asia a e in particolare verso la Cina dove si registra un peggioramento dell’11%”, ha spiegato Giorgetti.
Ue verso il congelamento dei controdazi, si tratta ancora. Trump sferza India e Brasile. La Federal Reserve lascia i tassi invariati
