Un episodio gravissimo, che va ben oltre la semplice voglia di trascorrere una notte d’estate sulla spiaggia con un falò. Quanto accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì lungo il litorale antistante la Riserva Naturale di Torre Flavia ha assunto i contorni di un vero e proprio atto vandalico, condito da violenza verbale e atteggiamenti intimidatori. Secondo quanto ricostruito, un gruppo di giovani ha acceso almeno cinque fuochi sulla spiaggia, in un’area interdetta a questo tipo di attività per la presenza del delicato ecosistema protetto. Non solo: per alimentare i falò, sono state divelte staccionate e recinzioni dell’area, in parte installate proprio per tutelare la zona naturalistica. Il gruppo, non pago della devastazione, ha poi fatto irruzione all’interno dello stabilimento “Ezio alla Torretta”, prelevando senza alcuna autorizzazione diversi lettini che sono stati trascinati sulla spiaggia per allestire un bivacco improvvisato. Il peggio, però, è arrivato quando i gestori dello stabilimento, accortisi del caos, hanno provato a richiamare i ragazzi. Di fronte alle rimostranze dei proprietari, il gruppo avrebbe assunto un atteggiamento aggressivo e minaccioso, tanto da scoraggiare chiunque dal riprendere la scena o chiedere immediatamente l’intervento delle forze dell’ordine. Nessuna foto, nessun video: solo tanta paura e l’amaro senso di impotenza. Un gesto che colpisce doppiamente: non solo per il danno arrecato a una delle aree più preziose del nostro litorale, ma anche per il clima di intimidazione che ha impedito una reazione immediata da parte dei cittadini e degli operatori presenti. L’auspicio è che si tratti di un episodio isolato, e che le autorità competenti – a partire dalle forze dell’ordine e dagli organi di tutela ambientale – riescano ad accertare le responsabilità e a punire severamente i colpevoli. Perché la tutela del territorio e la sicurezza delle persone non possono essere messe a rischio dall’inciviltà di pochi.
Notte di vandalismo a Torre Flavia: falò abusivi, staccionate divelte e minacce ai gestori dello stabilimento
