L’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente, Steve Witkoff, “ha avuto un incontro molto positivo con molte persone, incentrato principalmente sul tema dell’alimentazione. Ha anche avuto altre conversazioni di cui vi parlerò più tardi, ma ha avuto un incontro sul tema dell’alimentazione della popolazione” nella Striscia di Gaza “ed è proprio quello che vogliamo”. Ad affermarlo è il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump parlando con i giornalisti prima di recarsi in New Jersey. Secondo un sondaggio trasmesso su Channel 12, il 56% degli israeliani teme di non poter viaggiare all’estero a causa delle crescenti critiche globali nei confronti dello Stato ebraico, mentre la guerra a Gaza si trascina. Secondo il sondaggio, invece, il quaranta per cento degli israeliani non nutre tali timori. Le Nazioni Unite hanno preso le distanze dagli Stati Uniti, che hanno annunciato giovedì sanzioni nei confronti dei leader dell’Autorità palestinese e dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina, accusandoli di sostenere il terrorismo. “Non è ciò che abbiamo osservato noi – ha detto il portavoce, Farhan Haq, rispondendo alle domande dei giornalisti – L’Autorità palestinese, come sapete, è la rappresentante riconosciuta del popolo palestinese”. “Noi siamo assolutamente a favore della nascita di uno Stato palestinese, quindi bisogna lavorare perché si possa costruire lo Stato palestinese e iniziare un percorso che poi si deve concludere con il riconoscimento di uno Stato da parte dell’Italia. Noi siamo pronti a farlo. Il problema è che oggi non c’è uno Stato palestinese, c’è la Cisgiordania”. A dirlo è stato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervistato in videocollegamento al Magna Graecia Film Festival di Soverato (Catanzaro). “Gaza – ha sostenuto poi Tajani – è sotto il controllo di Hamas, sotto il controllo di nessuno. Prima bisogna riunificare la Palestina nel suo complesso, quindi Cisgiordania e Gaza. Noi siamo disposti per fare tutto, anche inviare i militari sotto la bandiera delle Nazioni Unite con una missione a guida araba, proprio per riunificare la Palestina e poi dar vita a uno Stato palestinese, che riconosca Israele e si è riconosciuto da Israele. Ma – ha rilevato il vicepremier e ministro degli Esteri – deve arrivare alla fine di un percorso, perché oggi diventa soltanto una dichiarazione teorica, perché lo Stato palestinese non c’è”. Tajani ha quindi aggiunto: “Noi lavoriamo perché i palestinesi possano avere un loro Stato, ma non con proclami, bensì con un’effettiva strategia che possa portare alla nascita dello Stato palestinese. Siamo assolutamente favorevoli allo Stato palestinese e bisogna costruirlo. Siamo pronti a fare tutto ciò che serve per raggiungere questo obiettivo e lo stiamo già facendo”. La situazione nella Striscia di Gaza è diventata “insostenibile”. Ad affermarlo è il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul parlando all’emittente pubblica tedesca ‘Ard’ e temendo che questa situazione possa portare a un ulteriore isolamento diplomatico di Israele. Ciò che sarà determinante è la rapidità con cui la situazione a Gaza migliorerà, ha affermato l’alto diplomatico. “La situazione deve migliorare radicalmente per la popolazione della Striscia di Gaza. Il mondo intero sta osservando, e questo rischia di mettere Israele in una posizione sempre più difficile”, afferma Wadephul. Il ministro ha espresso commenti simili anche sull’altra emittente pubblica, Zdf. Durante la sua visita in Israele venerdì, Wadephul ha sottolineato la necessità “urgente” di un cessate il fuoco e di un accordo sul rilascio degli ostaggi. “La situazione internazionale si è aggravata al punto che Israele si trova, purtroppo, sempre più isolato sulla scena mondiale. Questo non può lasciare indifferente la Germania”, aggiunge. Il cancelliere Friedrich Merz ha detto di aspettarsi sabato un rapporto da Wadephul sulla sua visita in Israele e nei territori palestinesi. Alla domanda se il governo potesse prendere in considerazione la possibilità di partecipare alle sanzioni contro Israele, Merz ha risposto: ”Una cosa è chiara per noi: la situazione lì è inaccettabile. Deve essere risolta il più rapidamente possibile”.
Witkoff a Rafah: “Trump vuole un piano per sfamare Gaza”. La priorità è fornire cibo e aiuti alla popolazione
