martedì, Agosto 5, 2025

Bombe israeliane: 92 morti. Netanyahu: “Hamas affama gli ostaggi”, Ben Gvir marcia su Al Aqsa 

Dall’alba di ieri gli attacchi dell’esercito israeliano a Gaza hanno ucciso almeno 92 persone, hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera. Tra le vittime, 56 persone erano alla ricerca di aiuti. Nove civili sono stati uccisi a Rafah e sette a Netzarim, nel nord di Gaza. Il tempo nei negoziati è finito perché Hamas non è interessata e dunque Israele riporterà a casa gli ostaggi grazie a una vittoria militare a Gaza. Sarebbe questa la linea che vorrebbe seguire il premier Benjamin Netanyahu, a quanto riferito da una fonte diplomatica riportata da diversi media israeliani. Netanyahu sta “spingendo per la liberazione degli ostaggi attraverso una decisiva vittoria militare, in coincidenza con l’ingresso di aiuti umanitari in aree al di fuori della zona di combattimento e, per quanto possibile, al di fuori del controllo di Hamas”, ha spiegato la fonte. “Si sta formando un’opinione comune che Hamas non è interessata a un accordo”, ha sottolineato. La fonte ha aggiunto che “Israele è in contatto con gli americani”. Donald Trump ha dribblato la domanda dei reporter se abbia visto prove di un genocidio a Gaza. “Succedono cose orribili… tra le peggiori che abbia mai visto. Ho visto molte cose brutte”, ha aggiunto, citando il conflitto tra Thailandia e Cambogia “che abbiamo appena fermato” e l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Israele ha richiesto una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere dei 50 ostaggi ancora nelle mani da Hamas a Gaza, riferisce il Times of Israel. Ad avere sollecitato la discussione è stato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, secondo quanto comunicato dal suo ufficio, dopo la diffusione dei video degli ostaggi Evyatar David e Rom Braslavski. L’incontro dovrebbe tenersi martedì mattina. Un gruppo di manifestanti del Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani ha bloccato l’autostrada Ayalon a Tel Aviv, chiedendo un accordo immediato per liberazione dei  prigionieri israeliani trattenuti da Hamas. L”Hostage Families Forum” ha criticato duramente il primo ministro d’Israele, Benjamin Netanyahu, dopo che aveva detto: “Hamas non vuole un accordo e Israele deve agire per eliminare il gruppo terroristico”. Dichiarazioni che sono sembrate estremamente pericolose per la sopravvivenza degli ostaggi ancora in prigionia e in un contesto di  negoziati in corso (seppur in stallo) per il cessate il fuoco.  “Da 22  mesi all’opinione pubblica è stata venduta l’illusione che la pressione militare e gli intensi combattimenti riporteranno indietro gli ostaggi”, afferma in una nota il gruppo, che rappresenta la maggioranza delle famiglie dei 50 ostaggi ancora detenuti. “Anche prima che la bozza per un accordo globale sia scritta, ci dicono che un accordo non è fattibile”, aggiunge la nota. “Bisogna dire la verità: estendere la guerra mette a repentaglio la vita degli ostaggi, che rischiano una morte imminente. Abbiamo visto le immagini agghiaccianti degli ostaggi nei tunnel, non sopravviveranno ad altri lunghi giorni di orrore”. Si vedono gli ostaggi “languire in una cella sotterranea. Ma i mostri di Hamas che li circondano hanno braccia grasse e carnose. Li stanno affamando come i nazisti affamavano gli ebrei”. Lo dice il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un video. “E quando vedo questo – aggiunge – capisco esattamente cosa vuole Hamas. Non vuole un accordo. Vuole spezzarci con questi video dell’orrore, con la propaganda menzognera che diffonde nel mondo. Noi non ci spezzeremo. Mi sento ancora più determinato a liberare i nostri figli rapiti, a eliminare Hamas, e garantire che Gaza non rappresenti mai più una minaccia”. Secondo i dati pubblici dell’Onu  – Monitoring & Tracking Dashboard UN2720, un sistema che traccia ogni camion di aiuti che entra a Gaza utilizzando codici Qr – tra il 19 maggio e il 2 agosto sono state scaricate circa 40.000 tonnellate di aiuti umanitari, ma solo 4.100 tonnellate (il 10%) sono arrivate a destinazione. Il resto è stato contrassegnato come “intercettato”, cioè i carichi “sono stati dirottati lungo il tragitto dentro Gaza sia pacificamente da parte di persone affamate che con la forza da parte di attori armati”. I dati dell’Onu sono pubblicati online: 40.012 tonnellate di aiuti sono state scaricate ai valichi, 27.434 tonnellate hanno lasciato i valichi verso la destinazione, 23.353 tonnellate (l’85%) sono state saccheggiate all’interno di Gaza. Solo 4.111 tonnellate (il 10%) sono arrivate ai civili. 

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