Nuovi attacchi di droni russi hanno ucciso 3 persone nella regione di Kharkiv. Gli attacchi hanno colpito un edificio residenziale, uccidendo tre civili nel distretto di Chuhuiv. La procura locale sta indagando sull’attacco come crimine di guerra. La Russia non si ritiene più obbligata a rispettare una moratoria sul dispiegamento di missili a corto e medio raggio dopo il ritiro degli Usa dal relativo trattato Inf, deciso nel 2019 dal presidente Donald Trump durante il suo primo mandato. Lo ha detto il ministero degli Esteri, citato dalla Tass. Sarà la leadership russa, aggiunge il ministero, a decidere le “misure di risposta”, cioè lo schieramento eventuale di missili, sulla base “della portata dello schieramento di missili americani e di altri Paesi occidentali” e della “situazione nel campo della sicurezza internazionale e della stabilità strategica”. Il trattato Inf, firmato nel 1987 dal leader sovietico Mikhail Gorbaciov e dal presidente americano Ronald Reagan, metteva al bando i missili con gittata tra i 500 e i 5.500 chilometri, e si applicava ai vettori lanciati da terra, non dal mare o dall’aria. Nel 2019 Trump decise di abbandonare l’intesa citando violazioni da parte della Russia. Mosca aveva reagito affermando che non avrebbe schierato tali missili se anche gli Usa non avessero deciso di farlo. Ma ora ritiene che la situazione sia mutata. “Poiché i nostri ripetuti avvertimenti sulla questione sono stati ignorati ”, scrive in una nota il ministero degli Esteri, “e la situazione si sta sviluppando sulla via dell’effettivo schieramento di missili terrestri di produzione americana in Europa e nella regione dell’Asia-Pacifico, la Federazione Russa non si considera più tenuta alle auto-restrizioni precedentemente adottate.” Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha fatto visita alle truppe nella regione di Kharkiv. “Oggi ero con coloro che difendevano il nostro paese in direzione di Vovchansk: i soldati del 17º Battaglione di Fanteria Motorizzata Separata della 57ª Brigata intitolata a Kish Otaman Kost Hordiienko.
Abbiamo parlato con i comandanti della situazione in prima linea, della difesa di Vovcansk e delle dinamiche delle battaglie. Abbiamo anche affrontato specificamente le questioni relative all’approvvigionamento e allo schieramento dei droni, al reclutamento e al finanziamento diretto delle brigate. I nostri combattenti in questo settore segnalano la partecipazione di mercenari provenienti da Cina, Tagikistan, Uzbekistan, Pakistan e paesi africani alla guerra. Risponderemo”, afferma Zelensky su X. Il presidente ucraino ha poi fatto sapere di avere incontrato i soldati della 92ª Brigata d’Assalto Separata intitolata a Ivan Sirko. I combattenti stanno tenendo sotto controllo una sezione difficile del fronte: Lyptsi. Ho parlato con i comandanti. La difesa lungo la loro linea di responsabilità, l’addestramento dei soldati, il loro morale e la fornitura di rifornimenti essenziali alle unità: tutto questo rimane un obiettivo fondamentale”. L’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff, dovrebbe recarsi in Russia mercoledì, secondo quanto riferito lunedì dall’agenzia di stampa statale russa Tass, che cita fonti russe e statunitensi, ripresa dall’agenzia britannica Reuters. Trump ha fissato a venerdì il termine ultimo entro il quale la Russia dovrà accettare di porre fine alla guerra in Ucraina, pena l’applicazione di nuove sanzioni. “Due nuovi virus hanno penetrato le élite italiane al posto del Covid: la russofobia e l’ucrofilia, che acquisiscono forme particolarmente aggressive”. Lo ha detto l’ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, in un’intervista al quotidiano Izvestia, aggiungendo che la Russia “non deve fidarsi affatto degli interlocutori ufficiali italiani”. “In generale – ha afferma Paramonov – la leadership italiana rimane ermeticamente chiusa a contatti ufficiali con la parte russa a tutti i livelli” e i dirigenti italiani “non si stancano mai di ripetere parole come un mantra sulla lealtà alla Nato e sulla disponibilità a mettere in atto tutto ciò che viene da questa organizzazione aggressiva e distruttiva”. Ciò comprende anche l’aumento delle spese militari fino al 5% del Pil, che “per l’Italia significa una vera catastrofe economica”. “Le autorità – continua l’ambasciatore – non smettono di ripetere che questo deve essere fatto per essere pronti a respingere un’invasione russa”, ma “questa è una mera menzogna”. “Dalle autorità italiane – prosegue Paramonov – “sentiamo costantemente dichiarazioni rassicuranti che l’Italia non è in stato di guerra con la Russia, che non manderà personale militare sul territorio dell’Ucraina nelle zone di combattimento, e non permette alle autorità ucraine di utilizzare gli armamenti forniti per colpire in profondità la Federazione Russa”. Ma in realtà Mosca non può fidarsi troppo di questo perché da molti anni “i Paesi dell’Occidente collettivo, compresa l’Italia, hanno cercato di presentare la loro posizione e azioni in una luce migliore e più amichevole rispetto a quello che erano veramente”. Per questo, conclude il diplomatico, “ora non dobbiamo affatto fidarci dei nostri interlocutori ufficiali italiani”.
Droni russi su Kharkiv, 3 morti. La mossa di Mosca, stop a moratoria sui missili a medio-corto raggio






