martedì, Dicembre 9, 2025

Netanyahu: “Occupare tutta Gaza, chi non vuole si dimetta”. Media: “Sì di Trump”. La scelta e l’appello, Tel Aviv si divide

“La decisione è presa: Israele occuperà la Striscia di Gaza”. La notizia arriva nel tardo pomeriggio da fonti di primo piano dell’ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. “Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dato al primo ministro Benyamin Netanyahu il via libera per lanciare un’operazione militare contro Hamas. Israele e Washington concordano che Hamas non voglia un accordo”. Lo riferisce Ynet.Secondo alti funzionari dell’esecutivo citati da Channel 12, Netanyahu è convinto che “Hamas non rilascerà altri ostaggi senza la resa completa”. Dunque, l’esecutivo è pronto a ordinare all’esercito l’occupazione dell’intera Striscia, comprese le aree dove si ritiene siano detenuti gli ostaggi. E al capo di Stato maggiore tenente generale Eyal Zamir, che ha mostrato resistenze per il piano di occupazione completo, Netanyahu manda un chiaro messaggio: “se non è d’accordo, si dimetta”. Israele detiene attualmente il controllo su circa il 75% della Striscia di Gaza, ma secondo il nuovo piano, l’esercito dovrebbe occupare anche il territorio rimanente, portando l’intera enclave sotto il suo controllo. L’ennesimo dramma per i milioni di civili e le organizzazioni umanitarie che operano nell’enclave dove la situazione umanitaria è ogni ora più drammatica. Lo stesso esercito ha dichiarato di essere contrario all’acquisizione dell’intera Striscia, che potrebbe anche mettere a rischio la vita degli ostaggi. All’interno del gabinetto di sicurezza israeliano emergono divisioni. L’ala della destra estrema spinge per l’espansione delle operazioni: sono favorevoli il ministro degli Affari strategici Ron Dermer, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, il segretario militare, il maggiore generale Roman Gofman, e il segretario di gabinetto Yossi Fuchs. Dall’altro lato, tra coloro che chiedono di proseguire gli sforzi per un cessate il fuoco, figurano il capo di stato maggiore delle IDF, il tenente generale Eyal Zamir, il ministro degli Esteri Gideon Saar, il leader dello Shas Aryeh Deri, il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi, il capo del Mossad David Barnea, il negoziatore dello Shin Bet e il maggiore generale Nitzan Alon, che supervisiona il fascicolo sugli ostaggi per conto dell’esercito. Lo stato di “emergenza bellica” attivato dopo il 7 ottobre, in base al quale i soldati regolari israeliani erano tenuti a continuare per altri quattro mesi nelle riserve, è stato annullato. Secondo quanto riporta Ynet, l’esercito israeliano ha annunciato la cancellazione dello stato di emergenza bellica perché “i battaglioni sono esausti”.  L’esercito israeliano, riferisce Ynet, ha reso pubblica questa decisione dopo la minaccia di Netanyahu al Capo di Stato Maggiore Eyal Zamir: “Se non gli va bene l’occupazione di tutta Gaza, può anche dimettersi”. Pochi minuti prima del messaggio di Netanyahu a Zamir, quest’ultimo ha annunciato le riduzioni di personale che ridurrebbero i contingenti dell’esercito regolare già nelle prossime settimane. L’amministrazione Trump negherà gli  aiuti federali per le calamità naturali agli stati e alle città del  paese che boicottano le aziende israeliane.  Negli avvisi  pubblicati venerdì, la Federal Emergency Management Agency afferma  che i richiedenti – per continuare a beneficiare dell’assistenza – devono rispettare i suoi “termini e condizioni”. Questi includono la certificazione che non interromperanno “le relazioni commerciali specificamente con le aziende israeliane”. Si parla di almeno 1,9 miliardi di dollari in sovvenzioni federali da cui gli stati dipendono per attrezzature di ricerca e soccorso, stipendi per la gestione delle emergenze, sistemi di alimentazione di riserva e altri beni essenziali. Ad aprile, il Dipartimento per la Sicurezza Interna, che sovrintende alla Fema, ha dichiarato che agli stati e alle città che ricevono le sue sovvenzioni è vietato boicottare Israele. A luglio invece, la Fema ha annunciato che gli stati devono destinare parte dei fondi federali per la prevenzione del terrorismo all’assistenza nell’arresto dei migranti, un’altra priorità fondamentale dell’amministrazione. Associated Press ha documentato in queste immagini girate a Zawaida, nella Striscia di Gaza, quel che accade a terra quando vengono paracadutati dagli aerei i pacchi alimentari umanitari – una pratica spesso criticata – e la ressa che si forma tra le persone che cercano di accaparrarsi il possibile. Un uomo con un coltello cerca di strappare un pacco di aiuti a un altro uomo, mentre una donna gridava: “Vergognati!”. Un pacco cade su una tenda che ospitava sfollati, ha detto il testimone oculare Ahmed Fleifel, un giovane di Deir al-Balah. Almeno una persona è rimasta ferita ed è stata portata in ospedale con un veicolo privato.

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