Ha revocato l’incarico al suo avvocato, Francis Kaufmann, che crede di potersi difendere da solo nel processo che lo vedrà alla sbarra per l’uccisione di Andromeda, la figlioletta di 11 mesi, e l’occultamento del cadavere della madre, Anastasia Trofimova. È solo l’ultima delle tante intemperanze di cui il 46enne si è reso protagonista, dal momento della cattura in Grecia, dove era riuscito a fuggire, fino ai giorni dell’isolamento in una cella di Rebibbia, dopo l’estradizione. Peccato che in Italia non funzioni come negli Stati Uniti, e quindi la Procura ha provveduto subito a nominare un altro legale d’ufficio. Kaufmann continua a mostrare atteggiamenti sopra le righe: vuole decidere lui quando godere della quotidiana ora d’aria, e protesta perché non gli viene fornito il guanciale personale. Ma resta a bocca chiusa sulla sorte della donna e della bambina trovate nude senza vita, il 7 giugno scorso, a poca distanza l’una dall’altra tra i cespugli di Villa Pamphilij a Roma. Gli inquirenti sospettano che sia opera sua anche la morte della ventottenne di origine russa, forse soffocata come la piccola. In attesa di dettagli più precisi dall’autopsia, sono già emersi indizi importanti: tracce di Dna dell’uomo sono state trovate sul reggiseno di Anastasia e sul sacco nero con cui era stata coperta. Inoltre le escoriazioni presenti sulle gambe della ragazza fanno pensare a un trascinamento quando era ancora viva.