La centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Nord resta al centro del dibattito nazionale sulla transizione energetica e sul futuro industriale del territorio. A commentare con favore le recenti dichiarazioni del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è la Regione Lazio, che sottolinea l’importanza strategica del mantenimento dell’impianto in riserva fredda e, soprattutto, della volontà politica di non rallentare il percorso di riconversione industriale. “È molto apprezzabile la dichiarazione del ministro Urso – si legge in una nota della Regione – secondo cui il differimento del phase out dal carbone non interferirà con le procedure relative alle manifestazioni d’interesse. Al contrario, la strategia è orientata a favorire investimenti produttivi e progettualità industriali legate alla transizione energetica, da concludersi nel più breve tempo possibile attraverso veri e propri accordi di programma”. Una posizione che sembra restituire fiducia al territorio di Civitavecchia, da tempo in attesa di una svolta concreta dopo anni di incertezza legati alla progressiva dismissione della produzione a carbone e alla difficoltà di attrarre nuovi insediamenti industriali “green”.
Invitalia alle fasi finali, atteso il tavolo di confronto
Un segnale positivo arriva anche da Invitalia, l’agenzia nazionale per lo sviluppo, incaricata di fornire supporto tecnico nella valutazione delle manifestazioni d’interesse. Secondo quanto riportato dalla Regione, l’iter ricognitivo delle proposte industriali è ormai giunto alle fasi conclusive. Una volta completato, sarà convocato un tavolo di confronto tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti, tra cui il Ministero, la Regione Lazio, gli enti locali e gli operatori economici. “La Regione Lazio è pronta a dare pieno sostegno, sia amministrativo che tecnico, affinché tutte le progettualità trovino attuazione in tempi certi e rapidi”, si legge ancora nella nota.
Il nodo manutenzioni e il ruolo di Enel
Al centro delle prossime interlocuzioni ci sarà anche Enel, proprietaria dell’impianto, con la quale – spiega la Regione – sarà necessario un confronto dettagliato sul piano di manutenzioni della centrale, che sarà messa in riserva fredda. Una fase tecnica delicata, che richiede attenzione non solo per garantire la sicurezza degli impianti, ma anche per assicurare efficienza e continuità operativa alle imprese locali dell’indotto. In quest’ottica, l’attenzione è massima verso il mantenimento di un tessuto produttivo vitale, capace di traghettare il territorio verso una nuova vocazione energetica. Si tratta, come più volte ribadito anche dai sindacati e dagli enti locali, non solo di una sfida ambientale, ma soprattutto di una sfida occupazionale e sociale.
La sfida della transizione a Civitavecchia
La città portuale, per decenni uno snodo chiave nella produzione energetica nazionale, è ora chiamata a reinventarsi come polo della transizione ecologica. Le proposte presentate nelle manifestazioni d’interesse spaziano dalle energie rinnovabili all’idrogeno, dalla logistica verde all’innovazione tecnologica. Ma il tempo stringe. Il differimento del phase out del carbone – previsto inizialmente per il 2025 – ha sollevato timori su possibili rallentamenti. Ora, però, le rassicurazioni del governo e la volontà della Regione di procedere con determinazione sembrano riaccendere le speranze. In gioco non c’è solo il futuro della centrale, ma quello di un intero territorio che chiede risposte, investimenti e – soprattutto – un nuovo orizzonte industriale sostenibile.