venerdì, Agosto 8, 2025

Primo giorno dei dazi americani sulle aziende del Lazio

La prima giornata di dazi attraversa le categorie produttive del Lazio. La preoccupazione è evidente per almeno due ragioni: l’aumento dei prezzi medi del 15% inciderà sulle quote di mercato. Le incertezze si riaffiacciano sia per eventuali trattative sui singoli prodotti sia per le attese da parte dell’amministrazione Trump di multimilionari investimenti europei in manifattura statunitense, condizione per evitare ulteriori rincorse nelle tariffe. Uno dei settori colpiti dai dazi statunitensi è l’ agroalimentare. Il pecorino romano ne è forse esempio tipico. Innanzitutto perché si produce nella nostra regione, il disciplinare si attiva dalle nostre parti, per abbracciare la Sardegna e la Maremma Toscana. Ma anche per la diversificazione del prodotto. Il pecorino romano con 140 anni di storia alle spalle ha più mercato negli Stati Uniti che in Italia. E il fatturato è determinato dalla vendita al dettaglio per le famiglie come condimento o alimento ma anche dal consumo su scala indudstriale. Il formaggio dop è usato per insaporire zuppe patatine e snack prodotte dalla grande industria di trasformazione. Agricoltori e produttori temono l’effetto sostituzione con prodotti meno cari. Un ruolo potrebbe averlo il parmigiano che invece era stato colpito da un dazio più alto in passato al 25% e ora invece scende al 15% appaiando il pecorino romano. I produttori più strutturati però non gettano la spugna. Sono convinti di conservare quote di mercato. I dazi, ci confessano, potrebbero solo “pulire” il mercato dalle aziende border line in grado di produrre solo con pratiche scorrette.

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