Jim Lovell, l’astronauta statunitense comandante della missione Apollo 13, è morto a 97 anni. Lo comunica la Nasa. Nato a Cleveland il 25 marzo 1928, Lovell è morto a Lake Forest, nell’Illinois. Ha volato a bordo delle missioni Gemini 7, Gemini 12, Apollo 8 ma è diventato famoso come comandante della missione Apollo 13 nel 1970: dopo un problema al serbatoio dell’ossigeno, infatti, l’equipaggio fu costretto ad annullare la discesa sulla Luna. “Siamo addolorati per la scomparsa di Jim Lovell, comandante dell’Apollo 13 e veterano di quattro voli spaziali. La vita e il lavoro di Lovell hanno ispirato milioni di persone. Il suo coraggio sotto pressione ha contribuito a tracciare la nostra strada verso la Luna e oltre, un viaggio che continua ancora oggi”, sottolinea in un post su “X” la Nasa. La Nasa aggiunge che Lovell “ha trasformato una potenziale tragedia in un successo da cui abbiamo imparato moltissimo. Piangiamo la sua scomparsa anche se celebriamo i suoi successi”. Nel 1968 l’equipaggio dell’Apollo 8 composto da Lovell, Frank Borman e William Anders fu il primo a lasciare l’orbita terrestre e a volare verso la luna. L’allunaggio non riuscì, ma il lancio diede un vantaggio agli Stati Uniti sull’Unione Sovietica nella corsa allo spazio. Lovell è ricordato anche per il drammatico Sos lanciato dallo spazio nel 1970: “Houston, abbiamo un problema”. La frase sarebbe stata pronunciata anche dal pilota del modulo di comando, John Jack Swigert. L’equipaggio dell’Apollo 13 era formato anche dal pilota del modulo lunare, Fred Haise. La sua fama dipende soprattutto dalla missione Apollo 13, un anno dopo il primo allunaggio dell’Apollo 11 nel 1969 grazie agli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Lovell era a capo dell’Apollo 13 e nonostante l’esplosione di una bombola di ossigeno, che impedì alla missione di proseguire, riuscì a riportare il suo equipaggio sano e salvo sulla Terra. Proprio alla missione dell’Apollo 13 è stato dedicato un film del 1995 con protagonista Tom Hanks nel ruolo di Lovell. La famiglia ne ricorda i traguardi come astronauta, ma soprattutto il ruolo di marito e padre: “Ci mancheranno il suo ottimismo, il suo senso dell’umorismo e come ci faceva sentire”. Come sottolinea Sean Duffy, amministratore ad interim dell’agenzia spaziale Usa, “da un paio di missioni pionieristiche Gemini ai successi di Apollo, Jim ha aiutato la nostra nazione a forgiare un percorso storico nello spazio che ci porta avanti fino alle prossime missioni Artemis sulla Luna e oltre”. Sempre Duffy osserva che, in quanto pilota del modulo di comando dell’Apollo 8, “Jim e i suoi compagni di equipaggio sono stati i primi a decollare su un razzo Saturn V e a orbitare intorno alla Luna, dimostrando che l’allunaggio era alla nostra portata. Come comandante della missione Apollo 13, la sua forza calma sotto pressione ha aiutato a riportare l’equipaggio sano e salvo sulla Terra e ha dimostrato la rapidità di pensiero e l’innovazione che hanno informato le future missioni della Nasa. Conosciuto per la sua arguzia, questo indimenticabile astronauta è stato soprannominato ‘Smilin’ Jim dai suoi colleghi astronauti”.
È morto Jim Lovell, comandante dell’Apollo 13. Lanciò l’sos: “Houston, abbiamo un problema”
