lunedì, Novembre 10, 2025

Valcanneto, “Amici del Bosco” denunciano l’abbandono del bosco pubblico: “Serve un piano di gestione serio e condiviso”

Una voce civile, documentata e appassionata si leva da Valcanneto, dove il gruppo di cittadini volontari “Amici del Bosco” ha indirizzato all’Assessore all’Ambiente Alessandro Gnazi una lunga e articolata riflessione sulla situazione critica del bosco pubblico locale. Il gruppo, da anni impegnato nella tutela e nella promozione di iniziative per la salvaguardia del bosco, denuncia un grave stato di abbandono e una gestione insufficiente da parte del Comune, proprietario dell’area dal 2022. Secondo gli “Amici del Bosco”, nonostante la proprietà comunale sia ormai acquisita da tempo, non è stato adottato alcun piano gestionale efficace, né sono state accolte le numerose proposte progettuali avanzate dal gruppo. Manca inoltre un monitoraggio costante e strumenti adeguati per la protezione del bosco, che presenta segnali evidenti di criticità, tra cui la diffusione di patogeni e la presenza di alberi a rischio. Il nodo centrale della polemica riguarda la lentezza e la scarsa attenzione dell’amministrazione, accusata di non aver risposto in modo concreto alle istanze di tutela. Il “Progetto Bosco Valcanneto”, elaborato tre anni fa e inviato ufficialmente al Comune, è rimasto lettera morta. Due lettere formali per un incontro con l’assessore Gnazi sono rimaste senza riscontro, nonostante un’accennata disponibilità a colloqui informali. Solo a fine maggio, a distanza di mesi dalle analisi fitosanitarie, è stata convocata una riunione informativa, alla quale il gruppo ha partecipato con spirito collaborativo ma anche con profondo rammarico. Particolarmente urgente è la questione legata al fungo Biscognauxia mediterranea, la cui diffusione era stata segnalata dal gruppo fin dal 2023 senza però che fossero intraprese azioni operative. A rafforzare il valore ambientale del sito, ricerche scientifiche indipendenti hanno documentato la presenza di 74 specie animali, alcune protette dalle direttive europee Habitat e Uccelli, sottolineando l’importanza naturalistica dell’area e la necessità di un piano di conservazione mirato. Nonostante questo, denunciano gli attivisti, il Comune non ha ancora avviato alcuna strategia di lungo termine: manca una perimetrazione chiara del bosco, non è stato redatto un piano forestale e nessuna valutazione strutturata è stata fatta per la gestione degli interventi necessari. Il recente provvedimento sindacale, che ha disposto la chiusura totale del bosco, è stato messo in discussione proprio per la scarsa completezza del campionamento fitosanitario effettuato dal Servizio Fitosanitario, limitato a soli tre alberi e due campioni di terreno. Il gruppo si chiede se questo sia davvero sufficiente a giustificare una misura così drastica. Altro punto critico riguarda la mancata previsione di conservare alberi morti, fondamentali per mantenere l’equilibrio ecologico dell’area. Gli “Amici del Bosco” rivendicano quindi un approccio diverso: non basta intervenire emergenzialmente, ma è necessaria una visione strategica chiara e condivisa, con un piano di gestione forestale trasparente e basato su metodi scientifici rigorosi per le valutazioni e gli abbattimenti. Infine, il gruppo chiede un coinvolgimento reale e costante di chi, con impegno volontario e passione, da anni si adopera concretamente per la tutela del bosco, affinché si eviti che l’area venga considerata solo come un problema di sicurezza. Il bosco, concludono i cittadini, è un patrimonio naturalistico e sociale prezioso che merita ascolto, cura e soprattutto un futuro. E il tempo per agire, avvertono, è ormai davvero scaduto.

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