Preoccupa la crescita della cassa integrazione nel Lazio. A trainare il trend negativo sono soprattutto la provincia di Viterbo con un incremento dell’82 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e quella di Frosinone con una crescita delle ore di Cig pari a 72. Va un po’ meno peggio nel Pontino, dove i punti percentuale in più sul 2024 sono 30. Segno opposto invece per la Sabina e la provincia di Roma, che rispettivamente hanno registrato contrazioni della cig pari a meno 23 e meno 11 per cento. A certificarlo è la Uil che ha analizzato i dati forniti da Inps sul primo semestre dell’anno in corso. L’enorme incremento del ricorso alla Cig registrato nella Tuscia, ha dichiarato il sindacato, “mostra che c’è carenza di commesse, e una vera e propria stagnazione del mercato”. E le ripercussioni dei dazi imposti da Trump potrebbero addirittura peggiorare la situazione dei settori agricolo e della ceramica Preoccupa però e non poco anche il dato complessivo del basso Lazio, dove a soffrire è soprattutto il comparto metalmeccanico. In generale, scrive la Cgil in una nota, il 52 per cento delle ore di cassa integrazione è legato a processi di riorganizzazione e crisi aziendali soprattutto nei settori automotive, trasporto aereo, manifatturiero e cartario. Come Marche e Umbria, è la richiesta della Uil che anche le province laziali siano inserite nell’area strategica cosiddetta Zes, pensata dal Governo per attrarre investimenti e incentivare la crescita economica nel Sud Italia.